
Nuova tappa per quanto riguarda il futuro dell'ex Ilva (oggi Acciaierie d'Italia). Al ministero del Made in Italy alle ore 15 i sindacati e gli enti locali incontrano il Governo. Al centro il futuro degli impianti siderurgici del Nord Italia: Genova Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi. Un'ora dopo, alle 16 il vertice sarà esteso a Taranto.
La scorsa settimana i lavoratori di Genova sono scesi in piazza per due giorni per chiedere risposte al governo sul piano che vorrebbe portare oltre 6mila di loro in cassa integrazione. Un passo indietro rispetto a quanto prospettato in estate con un progetto di rilancio della produzione. Le manifestazioni d'interesse per acquisire il gruppo siderurgico non avrebbero lasciato buone notizie. Tutto sarebbe legato anche alla mancanza di disponibilità da parte del Comune di Taranto e della regione Puglia di avviare un percorso di decarbonizzazione nei tempi che erano stati ipotizzati come ha spiegato a Primocanale il consigliere delegato allo Sviluppo economico Alessio Piana.
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Nei giorni caldi della protesta a Cornigliano il Governo ha adottato un decreto-legge con misure urgenti per garantire la continuità operativa degli stabilimenti ex-Ilva con Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria autorizzata a utilizzare i 108 milioni residui del finanziamento ponte fino a febbraio 2026, termine previsto per la conclusione della gara di aggiudicazione. I restanti 92 milioni sono destinati a interventi su altoforni, manutenzioni ordinarie e straordinarie e investimenti ambientali legati alla nuova AIA e al Piano di Ripartenza. Sul fronte lavoratori, viene stanziato un ulteriore fondo di 20 milioni per il biennio 2025-2026, coprendo fino al 75% l'integrazione della cassa integrazione straordinaria finora sostenuta da Acciaierie d’Italia.
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I sindacati chiedono un nuovo piano che dia garanzie per la continuità delle attività dello stabilimento genovese e dei lavoratori. In tutto sono circa mille quelli impiegati a Cornigliano. Senza risposte certe si annunciano già nuove battaglie. Anche le istituzioni locali con il presidente di Regione Liguria Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis hanno ribadito la necessità di difendere "la fabbrica e i lavoratori". Ora si attendono risposte dal Governo.
Oggi lo stabilimento di Genova Cornigliano lavora sottoregime. Nel 2024 sono state lavorate 80mila tonnellate di latta, nel 2025 si è già arrivati a 100mila con ordini anche per il prossimo anno, spiegano i sindacati. Più bassa la produzione dello zincato, qui potenzialmente ci sono due linee produttive da 450mila tonnellate all'anno. Oggi è in funziona solo una e non si arriva a 200 mila tonnellate.
Tra le ipotesi sul tavolo anche quella di un divorzio con Taranto, ipotesi però che i sindacati non vorrebbero percorrere. Rappresentanti dei lavoratori più propensi invece a trovare soluzioni utili ad acquistare da altre parti i rotoli d'acciaio per poi essere lavorati a Cornigliano. Soluzione ipotizzata anche dal presidente Bucci quando è andato a parlare in piazza Savio proprio ai lavoratori.
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