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Venerdì prossimo a Roma sono state convocate le parti sociali, con loro anche Regione e Comune
2 minuti e 35 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

Lo hanno definito un "piano di morte" quello che il governo sta attuando per il futuro della siderurgia in Italia. Così i tre sindacati, Cgil Cisl e Uil, hanno ribadito la loro forte preoccupazione rispetto all'incremento della cassa integrazione, da 4 mila a 6 mila, e la chiusura delle cokerie, in tutti gli impianti italiani. "Un colpo mortale", spiega Armando Palombo, Rsu Fiom Cgil di Genova, durante Il Programma Politico di Primocanale.

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Il rilancio della siderurgia passa da Genova

Al centro del rilancio della siderurgia c'è il ruolo che potranno avere i rotoli, perché il mercato di per sé non conosce crisi, nonostante si tengano gli impianti fermi in una situazione di mercato favorevole. "Chi amministra questo Paese deve sapere che c'è un mercato favorevolissimo, quindi dal governo al municipio ne devono essere consapevoli, bisogna che trovino una soluzione e che si sbrighino, perché il tempo scorre troppo velocemente" ha ribadito Armando Palombo. La richiesta è chiara e netta: il rilancio della siderurgia, senza sé e senza ma. "Non si può rinunciare all'industria pesante nel Paese, è inaccettabile. Serve un piano di rilancio, in questi anni siamo stati sequestrati da Mittal, il governo deve dirci se rilancerà la siderurgia - ha commentato il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Vanzano -. Il forno elettrico può garantire 8 milioni di tonnellate, considerando che l'acciaio sta andando verso il green. Ci permetterebbe di avere continuità produttiva non staccandoci da Taranto".

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Urso deve intervenire su industria e finanza

Dura la presa di posizione di Antonio Apa, coordinatore regionale della Uilm, che ha attaccato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. "Il ministro non è in grado di gestire questa situazione, lo ha già ampiamente dimostrato, quindi Palazzo Chigi deve convocare le parti, deve essere il governo a intervenire - l'affondo di Antonio Apa -. Se vogliono salvare Genova, Urso deve recepire due questioni: una industriale e l'altra finanziaria". Tradotto? "Bisogna trovare un cavaliere bianco per rilanciare Genova, che metta inizialmente dei soldi, per sostenere il governo. Noi vogliamo una regia, non una nazionalizzazione, con il governo che però dia sostegno".

Lo snodo del tavolo del 28 novembre

C'è poi un ultimo capitolo, forse il più importante in questo momento, legato al prossimo appuntamento da cerchiare di rosso sul calendario: il tavolo di confronto del prossimo 28 novembre. Il ministro Urso ha convocato le parti sociali, la Regione e il Comune: sarà l'occasione per un confronto schietto sul futuro prossimo dell'ex Ilva. Se l'incontro dovesse andare male, le delegazioni sindacali torneranno a Genova e si confronteranno con i lavoratori. "Proseguiremo da dove abbiamo interrotto, speriamo non ce ne sia bisogno, ma servirà un dialogo con i nostri lavoratori" hanno spiegato Palombo, Venzano e Apa. Cosa deve fare il governo? "Deve rilanciare e poi trovare un partner o più gruppi con capacità finanziaria" ha chiosato il segretario generale della Fim Cisl Liguria Christian Venzano.

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