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A Genova sono scattate ben due denunce dopo che sono iniziati i controlli a livello nazionale alla ricerca dei "caporali digitali"
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GENOVA - Oltre 1600 rider identificati, 92 cessioni illecite di account scoperte e 22 mezzi sequestrati. Questi alcuni degli esiti del servizio straordinario di controllo dei carabinieri sul territorio nazionale sulle nuove forme di sfruttamento lavorativo nel settore della cosiddetta Gig economy.

Di quelle 92, due delle cessioni sono state effettuate a Genova. Da lì i carabinieri hanno fatto partire la denuncia: ma perchè è illegale cedere il proprio account delle piattaforme di food delivery? La pratica rientra nella definizione di caporalato digitale, che vede i rider al centro di una pratica di sfruttamento. Spesso, infatti, si tratta di persone che lavorano con l'account di un altro, magari perchè senza documenti o per altri motivi, a cui poi sono costrette a cedere gran parte del loro guadagno.

Nel capoluogo ligure i militari si sono concentrati in diversi "hotpoint" del mondo delivery e hanno controllato 34 rider delle più importanti piattaforme. Esplosi durante il primo lockdown sono ora diventati una categoria di lavoratori sempre più diffusa: secondo le stime nel capoluogo ligure sono circa 300 i rider stabilmente operativi ma sono numeri in costante crescita.

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La forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d'opera passa quindi dai campi di pomodoro al Sud e si trasforma, arrivando davanti alle catene di fast food di Genova. La pratica della cessione dell'account non aveva fini illegali, o almeno non fino al 2019: era infatti possibile mettere a disposizione il proprio account nominativo ad altri rider in caso di malattia o impossibilità a lavorare così da non perdere il proprio posto nel ranking della piattaforma.

La Gig economy, che si fonda sul lavoro a chiamata, occasionale e instabile, apre le porte a nuove vie per lo sfruttamento. Ed è così che un immigrato senza documenti compra l'account di un connazionale o di qualcuno che glielo vende a 65 euro, quello che andrebbe a spendere se potesse iscriversi alla piattaforma di delivery. A quel punto inizia a lavorare ma non tutti i soldi che prende sono suoi: una percentuale torna nelle tasche del proprietario dell'account. 

 

 

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