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Gli strumenti per rendere la zona più sicura, secondo Carratù, ci sono
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GENOVA - Ancora al centro della polemica la sicurezza nel centro storico di Genova dopo l'ultimo violento episodio che ha visto un residente scoccare una freccia e uccidere un uomo in vico Mele, nel cuore dei vicoli del capoluogo ligure.

I cittadini da tempo chiedono una soluzione ai problemi di criminalità che affliggono determinate zone del quartiere. Ai microfoni di Primocanale Andrea Carratù, presidente del Municipio centro Est, ha fatto il punto della situazione: "Il dato oggettivo è che, a livello di reati predatori non è il centro storico la zona della città in cui se ne registra il maggior numero. C'è una percezione di insicurezza che in parte è giustificata dalle attività illecite in determinate zone, ma è anche vero che il quartiere è molto vasto".

"La diversità è un problema che se è gestita bene è una risorsa - continua il presidente di municipio -. Abbiamo zone prestigiose come quella della facoltà di Architettura, dove è stato fatto un progetto urbanistico importante che ha visto cambiare radicalmente la storia di quel luogo, intorno ci sono difficoltà chiaramente e bisogna lavorarci".

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Continuano ad aumentare intanto le forze dell'ordine che presidiano il cuore dei vicoli genovesi, soprattutto nelle serate della movida. Una "ricetta" che sembra funzionare: a Prè, dopo l'aumento dei controlli, i residenti si sono detti soddisfatti (LEGGI QUI). Illuminazione, polizia e telecamere: lo sforzo dell'amministrazione per tenere sotto controllo la criminalità del centro storico continua.

Gli strumenti per rendere la zona più sicura, secondo Carratù, ci sono: "Al momento stiamo chiedendo di usare sempre di più il daspo urbano, il divieto di accedere a un determinato luogo per motivi di ordine pubblico a carico di chi abbia posto in essere condotte in contrasto con il decoro urbano. C'è anche un secondo discorso che è quello che l'amministrazione ha già iniziato a fare, che è l'incentivare nuove attività commerciali e non solo, per far in modo che tutti i vicoli siano riaperti. Vogliamo che ci sia luce, che ci sia movimento".

"A San Francisco si è deciso che gli spazi ex industriali vengano dati agli artisti, che in cambio regalano ogni anno un'opera che diventa patrimonio della città - conclude -. Si potrebbe pensare a un progetto simile anche per gli anfratti chiusi dei vicoli. Sarebbe anche bello portare gli uffici dell'Amministrazione all'interno del centro storico: il sogno nel cassetto sarebbe spostare il matitone tra i vicoli. Purtroppo non è semplice ma ci stiamo lavorando".

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