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A fotografare la situazione a Primocanale è Ilaria Natoli, presidente del Civ di via XX settembre: "Non abbiamo ancora deciso come affrontare la questione. Oltre al fattore costo, che comunque non è primaria, c'è il fattore etico"
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GENOVA - Ancora un passo verso un Natale 'sobrio'. Si potrebbe infatti dover dire addio alle tradizionali luminarie che addobbano le vie dello shopping di Genova in segno di protesta, o, in alcuni casi, per impossibilità dei negozianti di pagare la quota.

Una soluzione al caro bollette, oltre ad essere il primo desiderio sulla letterina per babbo Natale di molti commercianti e cittadini, è un argomento sentito tra i centri integrati di via. E se in molti hanno già trovato modi per mitigare le spese in vista del Natale, come l'associazione di via Colombo (LEGGI QUI), altri aspettano una lineaguida dal nuovo Governo.

A fotografare la situazione a Primocanale è Ilaria Natoli, presidente del Civ di via XX Settembre. "Non abbiamo ancora deciso come affrontare la questione. Oltre al fattore costo, che comunque non è primaria, c'è il fattore etico. La voglia di festeggiare c'è, soprattutto dopo due Natali passati con il covid che hanno pesato molto - spiega Natoli -, ma allo stesso tempo una strada come via XX buia potrebbe essere un segnale, un grido d'allarme per quello che stiamo attraversando con la crisi energetica".

Allo stesso tempo, non spendere per far installare le luminarie potrebbe essere un'arma a doppio taglio: "Qualsiasi decisione che prenderemo sarà sofferta. Stiamo comunque contattando aziende nel campo delle energie rinnovabili per cercare soluzioni alternative ma in così poco tempo è difficile. L'unica cosa che posso dire con certezza è che saranno sicuramente con orari ridotti".

Nella via dello shopping del capoluogo ligure, dove il tessuto del commercio è particolare e vario, le richieste di aiuto arrivano da tutti. Ma principalmente, dai pochi bar presenti tra un negozio e l'altro: "Le attività di somministrazione alimentare sono quelle, al momento, più colpite. Bisogna anche pensare che gli affitti, qui, sono altissimi: se la bolletta è quadruplicata non si può più lavorare. C'è preoccupazione anche da parte delle grandi catene".

 

 

 

 

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