
"Il triangolo no, non lo avevo considerato" canta Renato Zero in uno dei suoi pezzi più celebri. In casa Sampdoria di zero ci sono solo i punti in classifica e un ultimo posto - dopo quattro giornate di campionato di Serie B e altrettante sconfitte - che rappresenta un'umiliazione sportiva per la Genova blucerchiata. E però un altro triangolo è quello di chi prende le decisioni tecniche che al momento si stanno rivelando fallimentari.
Inutile girarci troppo attorno, l'allenatore Massimo Donati continua ad allenare la squadra (oggi giorno di riposo, domani ripresa a Bogliasco in vista della gara di sabato a Bari) e resta più che mai in discussione, anche se le scelte di formazione del mister si rifanno anche ad alcune scelte tecniche e strategiche che, ad oggi, non stanno portando alcun risultato.
Le scelte di Walker e Fredberg
Il "triangolo no" in questo momento vede in campo Donati ma anche il ceo dell'area sportiva Jesper Fredberg e soprattutto il rappresentante degli azionisti Nathan Walker. Ovvero gli uomini degli algoritimi, i dirigenti che puntano a valorizzare giocatori le cui qualità - per il momento - ancora non si vedono. Ecco allora la scelta di Coucke tra i pali: il portiere belga - che proviene da una squadra di serie B araba - non si è dimostrato all'altezza del compito nè col Cesena nè tantomeno a Monza, dove è risultato decisivo per la sconfitta. La bocciatura di Ghidotti dopo due partite (il portiere fu comunque incerto nella gara di Bolzano col Sudtirol) non si spiega con la promozione di Coucke, su cui forse Donati ha finito per farsi troppo influenzare dai due dirigenti.
E ancora, la scelta di Marvin Cuni come centravanti resta poco comprensibile, anche se Donati ha certamente l'alibi di un mercato che non ha saputo regalare un vero rinforzo nel ruolo (basti pensare agli obiettivi mancati De Luca e Belotti, quest'ultimo nuovamente protagonista in A col Cagliari). In una Sampdoria che ha in organico solo un vero riferimento offensivo come Massimo Coda (oggi quasi 37enne), il giocatore albanese - che ha discreta gamba ma che non punge mai - può probabilmente essere impiegato come seconda punta o anche come esterno. In ogni caso, anche la scelta di Cuni va ascritta alla volontà del club di promuovere certe operazioni di mercato che ad oggi restano deludenti. Per non dimenticare poi Narro, l'oggetto misterioso proveniente dalla C spagnola messo in campo nel finale a Monza addirittura con qualche minuto di vantaggio rispetto a un giocatore magari imperfetto ma certo più solido come Benedetti.
"Il triangolo no", dunque. Walker lo stratega (che peraltro sabato invece di essere a Monza era al Gp di Formula 1 a Baku), Fredberg lo scopritore di talenti e Donati l'allenatore che secondo l'attuale società sarebbe stato in grado di far cambiare marcia alla Sampdoria (anche lui scelto da Walker e preferito a Attilio Lombardo in estate). Per ora i pezzi del mosaico sono questi.
Il ruolo di Andrea Mancini
Certo non va dimenticato il ruolo di Andrea Mancini: anche il direttore sportivo blucerchiato ha le sue responsabilità se è vero che anche i giocatori da lui portati a Genova (sempre a parametro zero, come del resto ha fatto Fredberg coi suoi algoritmi) paiono più adatti al campionato di B ma finora hanno deluso. Basti pensare al rigore fallito da Barak o all'ingenua espulsione di Cherubini a Monza, e ancora alle prove fin qui sotto tono di Henderson (unica gara davvero convincente con lo Spezia in Coppa Italia) e Abildgaard. Poi certo si sono già un po' intraviste le potenzialità di Pafundi, che ha probabilmente le qualità per giocare dall'inizio a Bari anche per via della squalifica di Cherubini.
E forse non tutti gli algoritmi vengono per nuocere: il difensore Hadzukadunic - pescato da Frebderg - ha avuto un discreto impatto nella gara di Monza. Senza dimenticare neppure un Jordan Ferri (e torniamo al mercato di Fredberg) che ha una bella esperienza alle spalle in Ligue 1 ma che in questo momento è un po' uscito dai radar a centrocampo (e chissà che a Bari non ci sia una nuova possibilità anche per lui).
Un "triangolo no" per una Sampdoria che sta vivendo la crisi più grande di sempre, nella sua intera storia. Con la sensazione che questa società rappresentata in primis dal finanziatore di Singapore Tey e poi in seconda battuta dall'azionista e presidente Matteo Manfredi - dopo una certa confusione mista a presunzione in estate - non abbia imparato la lezione della scorsa stagione, con una Serie C vista in faccia e poi evitata solo all'ultima curva grazie alle mancanze di altri.
A Bari per il riscatto
Se Donati però avrà la forza di smarcarsi da certe pressioni interne - magari bocciando il portiere Coucke e rivedendo certe scelte - la sua storia e quella di questa traballante Sampdoria potranno essere ancora riscritte: in fondo a Monza forse si è vista per la prima volta una squadra ordinata, organizzata, che ha concesso poco all'avversario con un 3-4-2-1 che complessivamente non è dispiaciuto. Ora però devono arrivare i punti, altrimenti continuerà questo film dell'orrore sportivo. Domani sera intanto assemblea plenaria dei tifosi della Sampdoria in gradinata Sud, nello stadio Ferraris: il vento di contestazione è sempre più netto.
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