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Si è aperto sotto il segno di Matteo Musti il 4° Giro dei Monti Savonesi Storico, ma il colpo di scena non è mancato. Il pilota pavese ha dominato le prime due prove speciali del sabato con la sua Porsche, accumulando quasi 40 secondi di vantaggio sugli avversari. Quando la gara sembrava destinata a prendere una direzione a senso unico ecco però il colpo di scena: sulla prima prova speciale della domenica mattina Musti accusa un problema al cavo dell’acceleratore e perde oltre due minuti, venendo così estromesso dalla lotta per le posizioni di vertice.
La stessa sorte era purtroppo capitata a Sergio Mano, vincitore nel 2019 e sfortunatissimo nelle ultime due edizioni; un piccolo problema meccanico sulla Toyota Celica gli ha fatto perdere oltre dieci minuti; il piemontese  è rimasto in gara realizzando tempi di rilievo, senza purtroppo poter competere per la vittoria.

La domenica si è aperta con la vittoria di Maurizio Rossi con la Subaru Legacy Primocanale 40 sulla prova speciale Scravaion, davanti a Sordi (Porsche 911) e Vigo (Peugeot 309), mentre sul Colle del Melogno il migliore è stato proprio Mano, seguito da Rossi e Sordi.

La classifica provvisoria a metà gara vede Sordi al comando con 3”5 su Rossi e 18” sul sorprendente Manuel De Micheli con la piccola Opel Corsa.
Sono previsti altri due giri sulle prove speciali Scravaion e Melogno, poi i concorrenti arriveranno sul palco di Albenga a partire dalle 15:44.

 

 

 

Venti anni fa Gianluca Signorini il Capitano del Genoa del quarto posto e di Anfield, perdeva una partita terribile contro la malattia che lo aveva aggredito senza via d’uscita.

Signorini ha lottato come in campo, dando nella sofferenza, sua e della splendida famiglia che gli è stata vicino, un grande esempio. D’altronde Gianluca era un leader e nel calcio non lo diventi per caso. Per questo è diventato un simbolo oltre al popolo genoano che non lo dimenticherà mai.

Il 24 aprile del 2001 i sui compagni, i suoi amici, da Nappi a Skuhravy, da Aguilera a Caricola, gli regalarono una serata commovente per certi versi drammatica, ma unica nella sua essenza di condivisione del dolore fatta evento, che mise in luce la sua forza espressa negli occhi perché la SLA l’aveva condannato su una sedia a rotelle e a parlare con lo sguardo.

Trentamila persone gli tributarono un saluto che resterà nella storia del Genoa e non solo. La Nord che faceva il tifo solo per lui, Capitano per sempre.

Scoglio lo aveva voluto a tutti i costi per disegnare la squadra che aveva in mente per riportare in A il Grifone. Spinelli non ebbe tregua e Signorini arrivò a guidare quel gruppo. Il professore di Lipari non si sbagliò e i rossoblu vennero promossi e quella stagione fu quella del rilancio di tutto il Genoa dopo anni di stenti. La salvezza successiva e poi il cambio di allenatore con la carta Bagnoli che aveva vinto lo scudetto del Verona. Già l’Osvaldo il mago della Bovisa, così diverso da Scoglio, ma su Signorini in sintonia.

Si abbracciarono al funerale di Gianluca, con il Capitano che addosso nell’ultimo viaggio aveva la fascia da capitano. La maglia numero 6 venne ritirata per sempre come si fa con i campioni. E lui lo è nel cuore di tutti e lo sarà per sempre.

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GENOVA - L'allenatore della Sampdoria Dejan Stankovic suona la carica in vista della sfida di domenica contro la Fiorentina al Ferraris. "Siamo concentrati per dare ai tifosi i primi tre punti in casa. Senza scusa ma con la certezze e la forza di rispondere".

Stankovic ha parlato anche della situazione infortuni: "Sabiri, Pussetto e Conti hanno avuto problemi. Quagliarella è rientrato in gruppo mercoledì. Sono assenze pesanti. Ma noi non siamo abituati a piangerci addosso. Faremo un po' di rotazione".

Al Ferraris arriva una Fiorentina a caccia di punti e continuità di risultato. "Ha una rosa ampia - ha commentato Stankovic -. Stimo molto Italiano. Ha fatto bene con lo Spezia e sta facendo molto bene alla Fiorentina. Gli faccio i complimenti. Mi aspetto una squadra con talento e forza fisica". 

Fin qui la Samp in queste prime dodici giornate ha ottenuto appena 6 punti frutto di una vittoria e tre pareggi. Peggior attacco del campionato con sei reti all'attivo e 21 subite. La Fiorentina ha raccolto 13 punti ed è reduce dalla vittoria del Picco contro lo Spezia per 2-1.

MILANO - La beffa arriva ancora nel finale come contro la Fiorentina al Picco. Lo Spezia perde 2-1 a San Siro contro il Milan nell’anticipo serale del sabato.

Rossoneri in vantaggio al 21’ con Theo Hernandez che si conferma bomber: stop di petto e tiro al volo che non lascia scampo a Dragowski. La reazione c’è ma non è sufficiente a far trovare il pari: Nzola butta all’aria una buona occasione prima dell’intervallo. Anche il Milan non sta a guardare e centra una traversa con Krunic su cui è bravo Dragowski nel successivo tentativo di Diaz.

Nella ripresa gli Aquilotti spingono maggiormente: prima Ekdal si divora il pareggio poi al 59’ è l’ex Daniel Maldini a trovare il gol proprio nello stadio che è stato di papà Paolo e nonno Cesare. Cinquantacinque anni dopo un Maldini in campo a San Siro con una maglia diversa da quella rossonera (allora era stato Cesare in Granata in Milan-Torino dell'8 gennaio 1967 con il match terminato 1-1 in virtù delle reti realizzate da Rivera e Simoni).

I minuti trascorrono con il Milan a caccia del gol e lo Spezia che si difende con ordine. All’89’ però il sogno di Gotti di portare via punti da San Siro si spengono dietro alla magia al volo di Olivier Giroud che trafigge Dragowski e regala vittoria e tre punti alla squadra di Pioli. Già ammonito il bomber rossonero si toglie la maglia per festeggiare e si fa espellere. Ma il recupero non cambia le sorti del match.

Per lo Spezia ancora un’amarezza nel finale e classifica ferma al palo con 9 punti in 13 partite e terzo ko consecutivo. Ancora zero punti raccolti in trasferta dove però è arrivata la prima rete. Piccola consolazione ma troppo poco.

A fine partita ai microfoni di Skysport il tecnico Aquilotto Luca Gotti ha commentato: “Quando si prendono batoste di questo tipo, è inevitabile rimanerci male ma se analizziamo nel complesso stiamo migliorando da tutti i punti di vista. Può essere messo in conto il fatto di non portare a casa punti quando si gioca San Siro ma avremmo meritato qualcosa in più. Se riesco a tenere stretto lo spirito di questa squadra, la sorte poi la cambieremo noi".

 

LA SPEZIA - Intervistato ai microfoni de "La Nazione", Arkadiusz Reca, esterno sinistro dello Spezia Calcio, ha fornito spunti molti interessanti sulla sua avventura in maglia bianca e soprattutto sul delicatissimo match che vedrà le Aquile scendere in campo questa sera a San Siro, contro il Milan campione d'Italia in carica.

Ecco un estratto delle sue parole.

Sulla delicata situazione di classifica:

"Abbiamo 9 punti, avremmo potuto averne qualcuno in più e nessuno avrebbe potuto dire che non sarebbero stati meritati. Non c’è spazio per la preoccupazione, ma solo per la determinazione e quella rabbia positiva che ti spinge a migliorare e a ricercare un successo con tutto te stesso. Noi siamo molto determinati e uniti, conosciamo il nostro valore e sappiamo che il vero Spezia non si è ancora visto, il lavoro è l’unica medicina per dimostrare veramente a tutti chi siamo".

Sulla necessità di affrontare partita dopo partita, a partire da quella di questa sera contro il Milan:

"Ogni partita è importante e nessun calciatore scende in campo con l’idea di aver già perso in partenza. Il pensiero oggi deve essere per la sfida al Milan, pensare ad altro sarebbe un errore: sappiamo che sarà difficilissimo, ma è nostro dovere fare il massimo sempre e contro chiunque".

Sui troppi gol subiti dallo Spezia, 22 fino ad ora:

"In effetti sono troppi, non fa piacere a nessuno aver la porta aperta e poi spesso sono arrivati in maniera evitabile. Stiamo lavorando affinché questo dato cambi in positivo".

Sulle sue condizioni:

"Mi sento bene. Stavo attraversando un ottimo momento e fermarsi non è mai facile, ma ho recuperato velocemente e giorno dopo giorno la mia condizione migliora sempre di più"