Sanità

"Offendere o aggredire verbalmente o fisicamente gli operatori di questa struttura è un reato". Recita così il messaggio nelle nove lingue più diffuse sul territorio per contrastare aggressioni fisiche e verbali nei confronti di oss, infermieri e medici
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LIGURIA - Sono state 331 le aggressioni fisiche o verbali denunciate nei primi sei mesi del 2023 a danno di operatori sanitari nelle Asl e negli ospedali liguri. Uno degli ultimi episodi in ordine di tempo è avvenuto nei giorni scorsi all’Ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena, dove è stata aggredita verbalmente un’ostetrica, ben conosciuta per le sue doti relazionali e lo spirito di servizio che peraltro accomuna tutto il personale impegnato quotidianamente nel prendersi cura delle persone. Il 3 maggio il mondo della sanità ligure era sceso in piazza per una fiaccolata, scosso dall'uccisione a Pisa della dottoressa Barbara Capovani, aggredita e uccisa da un paziente. Ma questi episodi di violenza sono all'ordine del giorno, tanto che un sondaggio condotto da Anaao mostra come almeno una volta nella sua vita lavorativa infatti un operatore sanitario è vittima di aggressione nel 68% dei casi e questa percentuale sale nel caso delle donne.

Violenza, Aloi (Anaao): "Per il 68% dei sanitari almeno un'aggressione nella vita professionale" - I DATI

Fondamentale quindi portare avanti la sensibilizzazione: per farlo l'assessorato alla sanità di Regione Liguria ha voluto lanciare un messaggio chiaro, attraverso affissioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutta la Liguria, che questi episodi, gravi e intollerabili, sono destinati ad essere perseguiti penalmente. Il messaggio che è stato predisposto e che sarà affisso nei pronto soccorso, nei reparti, negli ambulatori e negli spazi comuni, ricorda a tutti, nelle nove lingue più diffuse sul territorio, come tutte le forme di violenza, sia fisica che verbale, siano destinate ad essere oggetto di un procedimento penale.

"Offendere o aggredire verbalmente o fisicamente gli operatori di questa struttura è un reato"

Recita così il messaggio: a marzo il Consiglio dei ministri aveva approvato anche l'inasprimento delle pene per le lesioni gravi, reclusione da 4 a 10 anni, e per le lesioni gravissime, reclusione da 8 a 16 anni, con un aumento di pena fino a un terzo l’avere agito in danno di chiunque svolga attività di cura, assistenza sanitaria o di soccorso, oltre al procedimento di ufficio per reati di percosse e lesioni.

"Nell'ambito della campagna di contrasto alla violenza nei confronti degli operatori sanitari ritengo opportuno aggiungere anche questo elemento di sensibilizzazione nei confronti degli utenti", dichiara l’assessore alla sanità Angelo Gratarola. "Si tratta di un cartello che verrà affisso soprattutto nei luoghi a rischio dove episodi di violenza verbale o fisica possono essere più frequenti. Il cartello, già utilizzato anche in altre realtà, riporta una frase che richiama il reato e la stessa è tradotta nelle più importanti lingue presenti sul nostro territorio, un messaggio forte e chiaro".

"L’invito che ho formulato a tutti i direttori è quello di darne la più ampia affissione affinché anche questo possa essere un utile strumento di deterrenza a un odioso fenomeno"

“Questo manifesto ha un duplice valore: in primo luogo deve ricordare a tutti che chi aggredisce, anche solo verbalmente, un operatore sanitario è perseguibile penalmente", aggiunge Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa. "Ma questo vuole essere anche un messaggio a chi lavora nei nostri ospedali, prendendosi cura dei pazienti, con grande dedizione e sacrificio. Sappiamo bene che in certe occasioni questa abnegazione non viene riconosciuta e può essere frustrante. Ed è dunque prioritario portare avanti tutte le iniziative del caso, per evitare che si verifichino ancora episodi come quelli denunciati anche nei primi sei mesi di quest’anno".

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