Sanità

Dati allarmanti, le più colpite le donne. Mercoledì sera la fiaccolata a Genova a cui partecipano tutte le sigle dei sanitari
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E' una fotografia preoccupante quella tracciata dal segretario Anaao Assomed Liguria, l'associazione dei dirigenti medici, Raffaele Aloi a Primocanale: almeno una volta nella sua vita lavorativa infatti un operatore sanitario è vittima di aggressione nel 68 per cento dei casi e questa percentuale sale nel caso delle donne.

Ancora uno spunto di riflessione prima della fiaccolata di mercoledì sera a Genova dove saranno presenti tutte le sigle sanitarie, Anaao inclusa, per chiedere maggior attenzione al tema della violenza sui sanitari, dopo l'uccisione per mano di un ex paziente della psichiatra pisana Barbara Capovani. Fiaccolata doppia, poiché quella genovese sarà in concomitanza con quella che a Pisa ricorderà la dottoressa. L'appuntamento è mercoledì 3 maggio alle 20 in centro a Genova e da piazza De Ferarri percorrendo via XX Settembre si arriverà a Brignole.

"I dati sono allarmanti, ci sono state 5mila aggressioni in tre anni", conferma Raffaele Aloi, "ovvero più di 1300 aggressioni annue nei confronti degli operatori della sanità. Non solo: almeno una volta nella vita lavorativa il 68 per cento degli operatori sanitari hanno subito una violenza. Consideriamo anche tutte quelle che non sono state denunciate, c'è una sottostima di questi dati. Il 71 per cento di queste violenze avviene nei confronti delle donne".

Continua Aloi: "Come Anaao abbiamo fatto richiesta e parlato con la Regione per tornare ad avere più posti di controllo negli ospedali, abbiamo fatto un ragionamento anche con l'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola e abbiamo fatto una richiesta con altri sindacati di avere un incontro con la seconda commissione sanità per affrontare questo tema". 

Conclude il segretario: "Negli ultimi anni post covid si è tutto esacerbato ed è cambiato in peggio: c'è la stanchezza dei colleghi, ci sono stati molti pensionamenti, molti hanno lasciato il servizio pubblico e la popolazione all'esterno si trova in una condizione non facile e questa diventa una bomba a orologeria".

 

 

 

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