Sanità

Si lavora per un accordo durante i week end e le feste, oltre a nuovi posti post dimissioni
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GENOVA - Un accordo con i medici di famiglia per coprire anche i week end e i festivi, nuovi posti per bassa intensità di cura per chi una volta dimesso non può tornare subito a casa al fine di garantire il più rapido turn over da parte degli ospedali e la riapertura del centro ictus del Villa Scassi a Genova Sampierdarena con otto nuovi posti. Sono i tre punti sui quali sta lavorando l'assessorato alla sanità di Regione Liguria per affrontare la situazione di difficoltà dei pronto soccorsi liguri, in particolare genovesi, che si è venuta a creare negli ultimi giorni in concomitanza con il ponte dell'8 dicembre e l'aumento di casi di influenza.

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Questi accordi, che si spera possano essere chiusi in settimana, di certo non risolveranno il problema della carenza di organico nella sanità e in particolare nel pronto soccorso di cui si parla da mesi ma potranno aiutare ad evitare situazioni di caos ulteriore durante le feste quando si stima i casi di influenza e covid saliranno.

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La combinazione tra virus Covid, seppur con forme non come quelle del 2020 e 2021, e vurus infuenzale sta facendo salire i numeri dei malati soprattutto fragili e anziani per questo nelle scorse settimane appelli alla vaccinazione anti covid ma anche antinfluenzale sono arrivati dal presidente della Liguria Giovanni Toti, dall'assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola.

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Venerdì il professor Matteo Bassetti durante 'Il medico risponde' si era detto molto preoccupato delle regole sui tamponi che non sono state modificate da Roma e che rischiano di generare il caos nelle prossime settimane. (LEGGI QUI)

"Questo continuo fare tamponi sta mettendo in ginocchio i nostri pronto soccorso, non sono i virus ma le regole assurde. Ma queste sono regole che arrivano da Roma. Tra poche settimane rischiamo di trovarci al collasso completo. E poi non si dica che non lo avevamo detto". 

Nelle scorse settimane la società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu), aveva organizzato un momento di sensibilizzazione sulle enormi difficoltà che la medicina d emergenza urgenza sta attraversando davanti al ministero della salute, tornando a segnalare le criticità dei pronto soccorso dove mancano circa cinquemila medici in pratica tre su dieci. Una delegazione è stata ricevuta dal ministro della salute Orazio Schillaci che si è detto disposto ad aprire un tavolo tecnico definendo gli operatori dell'emergenza "cruciali per il sistema sanitario nazionale"; con il ministro si è parlato anche della possibilità di riconoscere lo status di lavoro usurante per chi lavora nei pronto soccorso.

Quattro le richieste fatte al ministro Schillaci: la necessità di un'iniezione di risorse umane negli organici di pronto soccorso e per il 118; la possibilità di impiegare gli specializzandi italiani secondo delle regole nuove; riconoscere lo status di lavoro usurante per i lavoratori nei Pronto soccorsi, sia medici che infermieri; e infine diventare interlocutori tecnici del ministero sui problemi della Medicina di emergenza urgenza, aprendo subito una collaborazione sulla progettazione del nuovo impianto dell'ospedale

In particolare durante i mesi più difficili della pandemia da Covid si è capito quanto il pronto soccorso sia la prima linea della sanità, una prima linea che oggi e per i prossimi tre anni almeno sarà sotto organico.

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Secondo la SImeu il pronto soccorso è il reparto che più lavora in un ospedale: secondo i dati della società scientifica, l’82% dei pazienti che giungono nei reparti di urgenza ed emergenza vengono gestiti dalle equipe del pronto soccorso e dimessi entro 48 ore. Cui si aggiunge un altro 4% di pazienti che rimane i pronto soccorso per oltre due giorni e poi dimessi. Su 20 milioni di pazienti, secondo Simeu 17milioni e 200mila sono a carico del pronto soccorso.

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