Sanità

Ma il test per alcuni è troppo difficile: quest'anno soltanto il 55% è riuscito a risultare idoneo
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GENOVA - Puntualmente in ogni campagna elettorale ritorna il tema dell'abolizione o meno del numero chiuso a medicina. Per Fratelli D'Italia e Lega il modello da seguire sarebbe quello francese, con l'abolizione del test d'ingresso, ma l'inserimento di uno sbarramento dopo il primo anno di corso, mentre Movimento 5 Stelle e l'alleanza Europa Verde-Sinistra Italiana sono dell'idea di togliere qualsiasi tipo di limite agli studenti che vogliono intraprendere qualsiasi tipo di percorso in ambito medico e infermieristico. Dello stesso avviso anche Italexit di Gianluigi Paragone. Gli altri partiti o le altre coalizioni non si sono espresse in maniera netta su questo tema, anche se c'è chi all'interno del Terzo Polo Azione-Italia Viva concorda con l'ipotesi 'francese'. 

Ma gli addetti ai lavori non così favorevoli a questa misura. Alessandro Bonsignore, presidente dell'Ordine dei Medici liguri, spiega a Primocanale che "il numero programmato funziona in realtà".

"Oggi, a differenza di quello che si pensa, non abbiamo carenza di medici o di odontoiatri, ma di specialisti"

Il motivo è dato dall'imbuto in cui i medici neolaureati si trovano post laurea. Dopo aver studiato per 6 anni, infatti, i giovani si trovano a dover affrontare un'altra selezione, quella per entrare in specialistica e ottenere una borsa per i successivi anni, che possono andare da 2 a 6. Ma non c'è posto per tutti

"Noi abbiamo laureato un numero congruo di professionisti che oggi colmerebbero le carenze del sistema sanitario, ma non gli abbiamo permesso di concludere il percorso formativo, perché non c'erano sufficienti borse di specializzazione", prosegue Bonsignore. Il fenomeno dei camici grigi viene denunciato da tempo dai giovani che ogni anno scendono in piazza per manifestare quello che è un paradosso.

Specializzandi 'ostaggio del Ministero', i giovani medici scendono in piazza - LA PROTESTA

Non riuscendo a ottenere un posto in specialistica, infatti, i laureati in medicina possono soltanto fare la guardia medica, eventuali periodi di sostituzione presso i medici di medicina generale, prelievi, ma si trovano bloccati e in attesa a volte anche di qualche anno per accedere allo step successivo. Un trend che negli ultimi anni si è cercato di invertire, anche grazie all'intervento delle singole regioni, come la Liguria, che hanno finanziato posti ulteriori rispetto a quelli nazionali. Anche il Governo ha incrementato le borse, ma ad esempio anche in questo luglio 2022 hanno sostenuto la prova nazionale per l’ammissione 15.873 medici, su un totale di 13 mila contratti disponibili e 41 contratti finanziati da enti privati, oltre i contratti finanziati dalle singole regioni e province autonome.

Aprire a tutti coloro che si vorrebbero fare i medici l'università è "più semplice", ma senza ulteriori finanziamenti per andare ad aumentare le borse di specializzazione sarebbe soltanto inutile e dannoso per tutti coloro che poi si troverebbero in un limbo, senza poter realmente contribuire a colmare il ricambio generazionale e la carenza di specialisti. Senza contare che servirebbe comunque un potenziamento su tutti gli atenei italiani, come tiene a sottolineare il rettore dell'Università di Genova Federico Delfino.

"Il numero programmato facilita l'erogazione del servizio didattico, a livello nazionale andrebbe avviato un piano di aiuti per ingrandire banalmente le aule"

Ma accanto a questo per l'ordine dei Medici è più importante potenziare il corpo docenti per gli specialisti per "garantire gli stessi standard di qualità della formazione quando il rapporto docente-discente numericamente inferiore era di certo più favorevole ad un ottimo apprendimento". 

Test di Medicina e domande difficili, Bassetti: "E' ora di abolire questa lotteria mascherata da meritocrazia"

Una riflessione, però, deve anche porsi sulla difficoltà del test di accesso alla facoltà: quest'anno il numero di idonei è circa la metà di quanti hanno partecipato al test, soltanto il 55% verrà ammesso. Un dato in calo rispetto agli anni scorsi, dovuto secondo il professor Matteo Bassetti alle domande in alcuni casi "quasi incomprensibili anche per un medico". 

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