Si parla sempre più in medicina di resistenza agli antibiotici: l'Italia, insieme alla Grecia, in Europa è maglia nera proprio per l'abuso di antibiotici. Abbiamo chiesto al dottor Emanuele Pontali, direttore delle malattie infettive dell'ospedale Galliera di Genova, di spiegarci come e quando gli antibiotici vanno usati e quali sono gli errori da non fare.
 
"Oggi sappiamo che nel momento in cui esce un nuovo antibiotico sul mercato esistono già ceppi antibiotico-resistenti: non vuol dire che siamo sconfitti già in partenza, ma che dobbiamo usare gli antibiotici quando servono. Se ho la febbre non prendo l'antibiotico, ma un antipiretico. L'antibiotico serve per le malattie batteriche e non per quelle virali. Prima cosa dunque è l'uso al momento giusto. E poi va usato per la giusta durata: né troppo poco né troppo a lungo. Non è che se mi viene prescritto l'antibiotico dopo due giorni sto meglio e mollo tutto. I batteri infatti in quel caso sopravvivono e finiscono per diventare resistenti. Viceversa, non devo prenderlo troppo a lungo perché continuano a uccidere i batteri anche quando oramai ho già ucciso quelli "cattivi". I batteri sono molto più furbi di noi e sono in grado anche di passarsi la resistenza da uno all'altro. Ogni infezione ha la sua durata particolare di antibiotico".
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