Il candidato alla segreteria provinciale del Pd Francesco TognoniUnità, di intenti e di programma: è questo il leit motiv che rimbomba nelle sedi del Partito Democratico, a poco più di un mese dall'elezione del nuovo segretario provinciale. Ma c'è un "ma", che tra i dem può diventare il vero protagonista della prossima, imminente, stagione politica. Il primo appuntamento ufficiale è quello di venerdì prossimo, 7 novembre, a partire dalle 18, con la direzione del partito.
Si chiude il percorso di Simone D'Angelo
È oramai in chiusura l'era di Simone D'Angelo, che aveva preso un Pd in grande difficoltà, dopo le sconfitte degli ultimi anni, a cui ha provato a dare una nuova impronta, nonostante le "batoste" del centrosinistra, ribaltate solo con la vittoria di Genova dello scorso maggio. A D'Angelo è stato riconosciuto l'impegno e il lavoro di cucitura con gli altri partiti del cosiddetto campo largo, ma gli è stato imputato il mancato accordo su un nome dem per Palazzo Tursi. Risolto in zona cesarini con il profilo civico, outsider, di Silvia Salis. Insomma, si chiude un'epoca di polemiche, scontri, ma anche di qualche (importante) soddisfazione. Negli anni, infatti, il consenso del Pd è cresciuto, di quasi 10 punti. Un'eredità di peso per chi subentrerà, perché avrà l'onore e l'onere di portare avanti un nuovo progetto che apra anche una possibile e futura stagione di governo, regionale, che corra in parallelo con quella attuale in Comune. Il nome presentato dalla maggioranza del partito è quello di Francesco Tognoni, come preannunciato da Primocanale, che sembra avere grandi chance di essere eletto.
Tognoni a un passo dal diventare il nuovo segretario del Pd genovese
Chi è Francesco Tognoni
Ventinove anni, lavora come gruppo del Pd alla Camera, è assistente di Alberto Pandolfo (parlamentare dallo scorso dicembre dopo il passaggio di Orlando in Regione ndr) e nell'ultimo anno è stato tra i protagonisti della doppia campagna elettorale, prima regionale e poi comunale a Genova. Tognoni è da anni vicino all'ex candidato presidente della Liguria Andrea Orlando, con cui collabora da tempo, si è speso per la corsa a piazza De Ferrari dell'ex ministro, per poi candidarsi al Comune di Genova lo scorso maggio come consigliere comunale. La figura di Tognoni è vicina, molto vicina, a Orlando. Un aspetto non secondario rispetto alla gestione della segreteria. È infatti innegabile che la sua figura sia "ingombrante", un fil rouge con le prossime mosse politiche, in vista delle elezioni politiche del 2027. Orlando resterà a Genova? I bookmaker scommetterebbero che sia già pronto per tornare a Roma, dove se la vedrà con un altro big, Lorenzo Basso. E sarà una sfida all'ultimo sangue.
La minoranza studia le proprie mosse per la direzione
In queste ore è invece attesa la riunione di minoranza, che si confronterà su alcuni nomi papabili da presentare in contrapposizione a quello di Tognoni, nonostante l'intenzione sia quella di provare ad affrontare un congresso unitario. Dopo il "passo indietro" di Vittoria Cerchi Canessa, che sembrava in rampa di lancio per candidarsi, si fanno strada Margherita Mereto Bosso e Filippo Bassignana, a cui si aggiunge un altro esponente del Pd, vicinissimo ad Armando Sanna, il consigliere comunale Enrico Vassallo. Tra i big della mozione Bonaccini a Genova trapela cauto ottimismo sul possibile accordo su un unico profilo, quello di Tognoni. Ma torniamo al famoso "ma" iniziale: il congresso potrà essere unitario se ci saranno le condizioni, se ci sarà un vero confronto, una condivisione della linea politica da tenere, più locale che nazionale. Dalla minoranza la richiesta è quella di tenere la barra dritta, e solo se ci sarà un cambio di strategia, capace di aprire una nuova fase di "confronto", si potrà intraprendere il percorso dell'unità. Tradotto: se non ci sono parti che agiscono con forzature è possibile lavorare per far comprendere alla base bonacciniana che si può lavorare insieme alla maggioranza. Ma la richiesta è chiara: la minoranza pretende più spazio, per avviare un periodo per certi aspetti "vergine".
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"Il dare e l'avere"
Nel frattempo, a denti stretti, quello che trasuda è l'assenza, al momento, di precondizioni sul nome di Francesco Tognoni, ma una concentrazione maggiore sul tema e sul nodo politico. Ma si sa, nella vita come in politica, "a un dare, corrisponde un avere". Quello che potrebbe profilarsi, da qui alla fine del congresso, fissata intorno al 20 dicembre, è una piccola rivoluzione in consiglio comunale. Non è da escludere che se Francesco Tognoni venisse eletto segretario metropolitano di Genova, con l'appoggio della minoranza, in aula rossa la mozione Bonaccini potrebbe prendersi il ruolo di capogruppo. Al momento ricoperto da Martina Caputo, vicina all'area D'Angelo, si potrebbe tratteggiare quello di un consigliere di minoranza, tra i nomi che circolano Canessa, Gregorio e Vassallo. Nulla di confermato sotto il cielo della politica dem di Genova, ma l'unità di intenti passa anche dal compromesso (che sia storico o no).
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