I cambi di casacca non preoccupano il presidente della Liguria Giovanni Toti. Nel day after del ritorno in Forza Italia di un suo fedelissimo come Angelo Vaccarezza, il governatore si mostra tranquillo. L'amarezza, e la delusione politica e personale, d'altronde, l'aveva già espressa quando uno dei suoi uomini si era dimesso da capogruppo in consiglio regionale, lasciando basiti tutti, presidente compreso. E forse, senza troppi voli pindarici, Giovanni Toti sapeva già che la mossa di Vaccarezza avrebbe portato successivamente alla sua fuoriuscita dal partito. "Non sono assolutamente preoccupato, mi sembra che in questa regione l'area civica che gira attorno alla lista arancione del consiglio regionale, ma ancora di più in generale dei sindaci, da ponente a levante, sia un'area vasta, solida, baricentrica rispetto a una coalizione che sta facendo il proprio lavoro - commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. La coalizione non perde nessuno e rimane nell'alveo di centrodestra".
L'obiettivo, senza troppi giri di parole, è chiaro: Toti non ha intenzione di lasciare indietro quell'anima civica che rappresenta in Liguria e che è nata da una sua intuizione quasi dieci anni fa. L'augurio al suo ex braccio destro è quello della buona sorte, con la speranza che possa dare il proprio contributo costruttivo come fatto fino a oggi. "Il nostro obiettivo deve rimanere quello di cambiare questa regione profondamente, ci stiamo assumendo la responsabilità anche di scelte complesse che stiamo portando avanti su questo territorio in modo netto e deciso - prosegue Toti -. I numeri dell'economia (quelli che fanno crescere la regione, dal turismo all'occupazione), sono numeri straordinariamente buoni rispetto alla media nazionale: siamo nella direzione giusta. A loro auguro di trovare fortuna dove la cercano evidentemente". E il riferimento, senza ombra di dubbio, è agli oramai ex arancioni che, soprattutto nel savonese, hanno seguito le orme di Angelo Vaccarezza.
A metterci lo zampino, in queste settimane concitate, la corsa verso le Europee, che come ripetiamo, come un mantra, vede un confronto serrato, tutti contro tutti dei partiti. Perché, si sa, si vota con il proporzionale. "Le Europee incidono e influiscono a far accrescere un clima di effervescenza generale nei partiti nazionali e questo è un Paese dove ogni sei mesi si vota, e il termometro della febbre politica tende a crescere - prosegue il presidente Toti -. Ognuno cerca di utilizzare quelle occasioni per le proprie ambizioni personali, penso che siano un motore e tutti devono cercare di dare il meglio, ma questi non possono contrastare gli obiettivi collettivi di serenità, tranquillità e stabilità di una maggioranza che ha ancora molto da fare". L'auspicio, neanche troppo velato, è che tutti mantengano saldo "il senso di responsabilità". Ma in politica, si sa, spesso tutto è concesso.
IL COMMENTO
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