GENOVA - I grandi cantieri del boom economico, il benessere dei viaggi in transatlantico, le rivoluzioni culturali: è questo il volto di "Genova 60", la Genova che nel pieno degli anni Sessanta è diventata tra le città più all'avanguardia d'Italia e che è la protagonista dell'originale mostra a Palazzo Reale, all’interno del Teatro del Falcone. Primocanale, nell'anno dei suoi 40 anni, è main sponsor di questo grande allestimento che punta a svelare la città di allora, ma soprattutto quella che poi è diventata, superando le difficoltà del dopoguerra, attraverso le fotografie e i dati degli archivi cittadini, le opere d’arte, le pubblicità e gli oggetti di design di quel decennio. L'inaugurazione in diretta tv e in streaming sul sito primocanale.it.
"Volevamo ricostruire quello che è stato un momento felice della città, uscita dalle grandi distruzioni della Seconda Guerra Mondiale: pensiamo che un terzo degli edifici privati venne abbattuto dai bombardamenti", ricorda a Primocanale in anteprima il curatore Luca Leoncini. Tra le immagini simbolo, l'Accademia Ligustica in fiamme dopo un bombardamento o il cantiere in corso in piazza De Ferrari negli anni '50: ma i genovesi si rimboccarono le maniche, sanando ben presto tutte le ferite aperte.
"Non solo si ricostruisce ma si ridisegna e la Genova che conosciamo e nella quale viviamo oggi è per molti versi stata pensata e ripensata proprio proprio allora, con la nascita di infrastrutture, della Sopraelevata, del Palasport alla Fiera"
"La città era uno dei vertici del triangolo industriale, insieme a Milano e a Torino, e c'era questo incrocio di traiettorie diverse, di grandi architetti, grandi designer e quindi anche grandi artisti che lavorano ed espongono a Genova, in un momento di felicità creativa". Il viaggio prosegue infatti attraverso le opere di grandi artisti, da Fontana a Warhol a Rotella, passando per i genovesi come Gianfranco Zampettini e Plinio Mesciulam.
"L'originalità più spiccata di questa sezione è il fatto che tutte le opere sono legate a Genova in qualche modo, o perché sono state prodotte da artisti genovesi o perché sono state esposte a Genova"
"Tutte le opere anche dei più grandi artisti che vedrete in mostra hanno incontrato la città, sono state acquistate da collezionisti genovesi, sono state esposte nelle gallerie, sono appartenute alla città", spiega Lecci che è docente di storia dell'arte contemporanea all'Università di Genova, che nel curare questa sezione ha riportato alla sede originaria 14 dipinti della "collezione che Eugenio Battisti, docente universitario di storia dell'arte nel nostro Ateneo, aveva raccolto durante i suoi due anni accademici di insegnamento per creare un museo sperimentale d'arte contemporanea. Questo museo avrebbe avuto proprio nel Teatro del Falcone la sua sede, ma che la città ha poi rifiutato la donazione dallo stesso Battisti, il quale ha poi donato alla città di Torino gli oltre 200 pezzi. Ringraziamo la Galleria d'arte di Torino per il prestito di 14 opere che Genova aveva collezionato, ma che purtroppo ha perduto".
Gli anni Sessanta hanno visto l'affermazione di una libertà d'espressione sempre più vivace e ce lo racconta anche il design genovese. "L'aspetto del design è operaio, rigoroso, asciutto: questa libertà si esprime nelle sedute e nelle luci, con forme morbide, con dimensioni che si ampliano e con scenografie di un panorama domestico che cambia", ci guida in quest'area Luisa Chimenz, anch'essa docente all'Università di Genova.
"Ben presto saranno le stesse sedie e luci dei salotti 'autogestiti' giovanili"
La mostra è visitabile fino al 31 di luglio, dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19 ed è adatta per chi ha memoria di quegli anni e per chi, invece, non li ha vissuti.
"Speriamo che questa sia una mostra anche per i giovani che degli anni '60 sanno pochissimo, è un po' una sfida che abbiamo voluto lanciare alla città"
"Da una parte potrà interessare coloro che in quegli anni li hanno vissuti e che speriamo che si ritrovino nel taglio che abbiamo dato, dall'altra puntiamo a coinvolgere i ragazzi giovani per far capire loro che la città che adesso vedono tutti i giorni sotto i loro occhi è una città che è nata quasi tutta all'epoca", commenta il direttore di Palazzo Reale e curatrice della mostra, Alessandra Guerrini. "Ringrazio Primocanale per sostenere questo allestimento, visto il suo ruolo e il suo grande lavoro di raccolta degli archivi della città di Genova".
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