
Sono circa ottantina i detenuti che hanno partecipato, mercoledì 4 giugno, ai disordini all'interno del carcere di Marassi a Genova. Gli investigatori li stanno identificando e nei prossimi saranno iscritti nel registro degli indagati. Il fascicolo, al momento a carico di ignoti, è per devastazione e rivolta.
Cosa è successo
La rivolta era stata causata dal mancato trasferimento di quattro detenuti che per oltre due giorni avevano seviziato e abusato un compagno di cella di 18 anni. Per questo episodio la procura indaga per tortura e violenza sessuale aggravata. La rivolta aveva portato i reclusi a salire sui camminamenti del carcere dove avevano iniziato a urlare e sbattere le pentole contro le inferriate con la polizia penitenziaria che ha faticato a contenere i tumulti. La rivolta è scoppiata nel pomeriggio ed è durata circa due ore. Il giovane (assistito dall'avvocata Celeste Pallini) ha confermato il racconto di quanto subito e riconosciuto i suoi aguzzini in foto.
Gli aggressori divisi in altri carceri
Gli aggressori sono stati intanto divisi e messi in isolamento in altre carceri fuori dalla Liguria. Oltre alle responsabilità dei quattro, le indagini si concentrano anche sulle eventuali responsabilità del personale che non si sarebbe accorto di nulla. Su questo aspetto è in corso una inchiesta del Dap: i risultati potrebbero poi confluire nell'inchiesta penale.
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IL COMMENTO
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