Cronaca

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È lo stesso contestato ai black bloc del G8, il detenuto seviziato trasferito nel centro grandi ustioni dell'ospedale di Sampierdarena
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di Michele Varì

I detenuti che hanno guidato la rivolta nel carcere di Marassi potrebbero vedersi contestare il gravissimo reato di devastazione o saccheggio, lo stesso addebitato ai black bloc del G8 del 2001 a Genova che prevede pene più pesanti, sino ai vent'anni, rispetto al reato di rivolta contenuto nel nuovo decreto Sicurezza appena approvato dal governo.

I ribelli che potrebbero vedersi contestare la accusa sarebbero una decina. Si tratta di reclusi già condannati in modo definitivo per altri reati che hanno provato a farsi giustizia passando dalla loro sezione, la "seconda", alla "prima" dei reclusi in attesa di giudizio dove sono avvenute le violenza sessuale e le sevizie nei confronti del diciottenne che mercoledì scorso hanno innescato la tensione nell'istituto di pena.

Il ragazzo grazie all'istanza presentata dal suo legale, l'avvocato Pallini, è stato trasferito nel centro grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena dove si potrà intervenire sulle lesioni da ustioni sul corpo e sugli sfregi permanenti inferti sul viso al ragazzo dai quattro compagni di cella che lo hanno sequestrato e seviziato per almeno due giorni nella cella. Quattro detenuti che per questo rischiano di essere accusati del reato di tortura, anche questo contestato al G8 ai poliziotti violenti che seviziarono i fermati reclusi nella caserma di Bolzaneto.

In aggiornamento

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