Cronaca

Malerba: "L'ambiente facilitava la corrosione, le immagini riprese dai pompieri dimostrano che il coil è caduto con il camion"
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GENOVA -Il consulente dei magistrati titolari delle indagini che denuncia la colpevole scarsa manutenzione del viadotto da parte di Autostrade per l'Italia, i difensori dei 58 imputati che tentano di sottolineare che ponte Morandi era stato realizzato male.


La prima giornata di audizione dei consulenti del pm al processo per la tragedia Morandi si è consumata così.
A tenere banco oggi è stato il consulente della procura Pier Giorgio Malerba, docente di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano a cui, insieme al collega Renato Buratti, ingegnere genovese, la procura ha affidato l'indagine sulla tragedia costata la vita a 58 persone. I loro accertamenti per capire i motivi del crollo erano iniziati il 17 agosto, tre giorni dopo la tragedia. "La mole di macerie era impressionante" hanno riferito al proposito i periti.

In aula uno degli avvocati degli imputati ha posto a Malerba una domanda che in tanti si erano chiesti: il criterio con cui hanno scelto le macerie repertate sottolineando poi che quelle poste sotto sequestro sono il 10/15% del totale. Malerba ha ammesso che la selezione delle macerie sequestrate rispetto a quelle destinate in discarica è dipesa dalle condizioni delle stesse, "era inutile tenere pezzi di calcestruzzo non identificabili che non si sapeva dove collocarli".
Il presidente del collegio giudicante, Paolo Lepri ha fra l'altro posto una domanda sul motivo per cui ha ceduto la rastrelliera della pila 9 che teneva uniti i cavi, la risposta è la stessa emersa nelle udienze dalle risposte dei giudici: "L'ammaloramento dei cavi". Cavi, che ha sottolineato ancora una volta il consulente Malerba, che erano "tutti corrosi, i primari come quelli secondari". La causa del crollo è questa...". ha ribadito il tecnico, di fatto ribadendo come la tragedia è stata causata dalla scarsa manutenzione. "L'ambiente ha favorito il processo di ammaloramento e corrosione dei cavi di Ponte Morandi, che era un'opera singolare in tutto dipendente dagli stralli, bisognava controllare la sommità collegata con le antenne" ha concluso Malerba.


Malerba potrebbe terminare la sua audizione domani quando sarà ascoltato l'altro consulente della procura, l’ingegnere di Genova Renato Buratti e un terzo consulente dei tre pm Terrile, Cotugno e Airoldi, il fisico Nello Balossino, professore associato presso la Facoltà di Scienze dell'Università di Torino, corso di laurea in Informatica, un tecnico noto che si è occupato fra l’altro della Sacra Sindone, delle riprese in spedizioni spaziali di sonde verso Marte, dell’omicidio di Garlasco e della strage di Erba.

Balossino, aria da scienziato eccentrico con i suoi lunghi capelli bianchi a incorniciare il viso come una criniera, ha fato capolino in aula già oggi, lui domani avrà il compito di ricostruire il momento del crollo attraverso le immagini delle telecamere e si ritroverà davanti il giudice Paolo Lepri, presidente del collegio giudicante e anche il giudice del processo sulla Torre piloti del porto di Genova crollata il 7 maggio 2013 (causando 9 vittime) dopo l’urto della portacontainer Jolly Nero.

In quel processo Balossino era stato nominato dalla compagnia Messina e “aveva ricostruito il movimento del rimorchiatore Spagna, la configurazione del cavo di traino, sempre attraverso le immagini dell’incidente estrapolate da alcune telecamere di sorveglianza".

Mercoledì invece sarà ascoltato anche l'ultimo sopravvissuto non ancora interrogato, Giancarlo Lorenzetto, l’autista del tir che trasportava la superbobina di coil di 3.5 tonnellate. Poi stop alle udienze che ripartiranno lunedì 6 febbraio con l'audizione del consulente tecnico delle parti civili, l'ingegnere Paolo Rugarli, che pare abbia il grande dono della chiarezza e delle esemplificazione anche delle questioni tecniche più complicate. Anche se ormai c'è una certezza assodata, come disse l'ex procuratore capo Francesco Cozzi che alla domanda su come spiegherebbe la tragedia a un bambino disse: "Il Ponte Morandi era un malato che è morto perché nessuno l'ha mai curato".

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