
Genova scende in piazza per ricordare i fatti del 30 giugno 1960, quando si verificarono accesi scontri durante il corteo indetto dalla Camera del Lavoro e appoggiato dall'opposizione di sinistra per protestare contro la convocazione a Genova del sesto congresso del Movimento Sociale Italiano. Si svolsero due cortei per le vie della città: il primo, "istituzionale", organizzato dalla Camera del Lavoro e dall'ANPI; il secondo, organizzato da Genova Antifascista.
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Il corteo da piazza della Vittoria
A 65 anni di distanza da quei giorni, Genova scende in piazza con una manifestazione organizzata dalla Camera del Lavoro e dall’Anpi per ricordare i fatti del 30 giugno 1960. Il corteo parte alle ore 16 da piazza della Vittoria con arrivo in largo Sandro Pertini; nel percorso è previsto un omaggio ai caduti sotto il Ponte Monumentale. Alla manifestazione parteciperanno anche la sindaca di Genova Silvia Salis, il segretario generale della Cgil Genova Igor Magni, il presidente dell’Anpi Genova Massimo Bisca e il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. L’ex presidente del Consiglio regionale Gianni Plinio aveva chiesto alle autorità competenti di vietare il corteo, ritenendolo apologia di reato. "Giova ricordare che in quel giorno di sessantacinque anni fa la violenza di piazza scatenata dai comunisti impedì la celebrazione del Congresso Nazionale del Msi, un partito con rappresentanza parlamentare liberamente eletta - spiega Plinio -. Furono fatti gravemente eversivi. Ben 162 carabinieri e agenti di polizia furono feriti a piazza De Ferrari, e il Tribunale di Roma condannò 41 antifascisti violenti a pene assai severe", conclude l’ex presidente del Consiglio regionale.
Il corteo di Genova Antifascista
Ma quello organizzato dalla Camera del Lavoro e dalla Cgil non è l'unica manifestazione in programma. Genova Antifascista in ricordo di quegli eventi ha infatti organizzato un corteo per le vie cittadine. Il ritrovo è previsto dalle ore 18 in Piazza Alimonda. Rafforzati i controlli attorno alla sede di Casa Pound nella vicina via Montevideo. Potenziata la presenza degli agenti della polizia locale per gestire il traffico. Secondo le indicazioni il corteo dovrebbe percorrere via Cadorna/corso Buenos Aires, per passare davanti alla stazione Brignole, via Fiume, via XX Settembre, Largo XII Ottobre, piazza Corvetto, le gallerie Bixio e Garibaldi, svoltare verso Fontane Marose e arrivare in piazza De Ferrari. Possibili disagi al traffico. I manifestanti scendono in piazza anche contro le politiche di riarmo e contro il recente decreto sicurezza del Governo Meloni.
Cosa successe il 30 giugno 1960
Il 30 giugno 1960, a Genova, la Cgil proclamò lo sciopero generale contro la decisione di convocare il Congresso del Movimento Sociale Italiano presso l’allora Teatro Margherita di via XX Settembre. Erano trascorsi solo pochi anni dalla fine della guerra e della Resistenza, e il ricordo delle violenze e delle persecuzioni nazi-fasciste era ancora vivo; convocare il Congresso del Msi in città, per di più presieduto dal prefetto Basile - il prefetto responsabile della deportazione di 1.500 operai dalle fabbriche del ponente genovese, avvenuta il 16 giugno 1944 a opera dei nazisti con la complicità dei fascisti - fu vissuto come una vera e propria provocazione. Non solo Genova insorse: dopo le manifestazioni nel capoluogo ligure, scioperi e scontri si diffusero anche a Roma, Reggio Emilia, Licata e Palermo, con un bilancio di 12 morti. Il governo democristiano di Fernando Tambroni, sostenuto dal Msi, fu così costretto a dimettersi.
A Genova la protesta ebbe inizio il 2 giugno con il raduno di Pannesi, in Val Fontanabuona, e il celebre discorso di Umberto Elia Terracini, parlamentare antifascista e presidente dell’Assemblea Costituente. Seguirono manifestazioni e proteste, tra cui il discorso di Fulvio Cerofolini, segretario provinciale della Camera del Lavoro, in piazza Banchi il 25 giugno, e infine quello di Sandro Pertini il 28 giugno 1960 in piazza della Vittoria, che accese gli animi fino allo sciopero generale del 30 giugno. Il 29 giugno la Camera del Lavoro cittadina proclamò uno sciopero generale nella provincia di Genova per la giornata del 30, dalle 14 alle 20, a cui si sarebbe aggiunto un lungo corteo per le strade della città, mentre il presidente dell’ANPI invitò tutti gli iscritti a partecipare alla manifestazione del 30.
Il 30 giugno la manifestazione si svolse inizialmente senza particolari problemi: dal primo pomeriggio, da piazza dell’Annunziata, i manifestanti proseguirono per via Cairoli, via Garibaldi, via XXV Aprile, piazza De Ferrari e via XX Settembre. Al termine della manifestazione, parte dei partecipanti risalì verso piazza De Ferrari, dove la situazione iniziò a degenerare. Ai canti partigiani e agli slogan dei manifestanti contro le forze dell’ordine, queste ultime risposero tentando di disperdere la folla con un idrante, per poi passare alle cariche intorno alla fontana.
A questo punto le camionette della Celere effettuarono una serie di cariche. I manifestanti, che continuavano ad affluire nella zona, si procurarono attrezzi da lavoro, spranghe di ferro e alcuni pali di legno dai vicini cantieri edili, con cui colpirono le camionette e gli agenti a terra. Le forze dell’ordine cominciarono a utilizzare, oltre ai lacrimogeni, anche alcune armi da fuoco. Alcune camionette della Celere furono incendiate (i segni sono in parte ancora visibili sui mosaici del pavimento del porticato). Parte degli esponenti delle forze dell’ordine, tra cui il comandante della Celere - finito nella vasca della fontana - rimasti isolati e soggetti a violenze, vennero portati fuori dagli scontri da alcuni manifestanti.
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