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GENOVA - La crisi dell'ex Ilva, quella società che oggi si chiama Acciaierie d'Italia, sembra non finire mai: e, al netto che la speranza è sempre l'ultima a morire, anche in questo ennesimo delicato passaggio non si intravvedono soluzioni definitive ma, come quasi sempre in passato, scelte ponte volte a salvare il salvabile. 

Degli scenari possibili e di quelli auspicabili che riguardano il futuro dell'azienda si parlerà questa sera in una puntata speciale del Programma Politico di Primocanale: l'appuntamento è alle 21 in diretta tv e streaming. 

Attorno al tavolo quadrato di Terrazza Colombo si confronteranno alcuni parlamentari liguri (Ilaria Cavo, Luca Pirondini, Raffaella Paita), gli assessori allo Sviluppo economico di Regione Liguria e Comune di Genova (Alessio Piana e Mario Mascia), il vicepresidente del Consiglio Regionale Armando Sanna, i segretari sindacali di categoria e molti lavoratori dello stabilimento di Cornigliano che racconteranno le loro storie.

Durante la serata sarà proposto un parallelismo tra la situazione genovese e quella di Taranto (con un collegamento in diretta con la città pugliese), dov'è collocato il principale polo produttivo dell'ex Ilva e dove sono nate le questioni ambientali che rappresentano l'origine dei problemi dell'azienda.

Dopo l'ennesimo scossone, rappresentato dall'indisponibilità alla ricapitalizzazione del socio privato dell'Acciaieria, la multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal, il Governo ha ripreso in mano le redini della partita e ha avviato l'iter per il commissariamento della società. Nel frattempo, la notizia è delle ultime ore, Mittal, dopo avere provocato la rottura, ha contattato il Governo per cercare una soluzione amichevole alla crisi dicendosi disponibile a restare nella compagine societaria anche come socio di minoranza (dopo aver negato la ricapitalizzazione).

Un guazzabuglio inestricabile da cui lo Stato conta di uscire gettando nelle fiamme di un altoforno spento un'altra imprecisabile quantità di miliardi di Euro: costi che, peraltro, non forniscono nessuna garanzia futura ai lavoratori che, infatti, sono preoccupatissimi.

Sullo sfondo c'è anche il destino delle aree genovesi in concessione a ex Ilva: si tratta di una porzione di città estremamente appetibile sul piano industriale che il comune vorrebbe sfruttare al massimo ma che resta ostaggio di un piano industriale che non esiste e di una situazione ormai kafkiana. 

Ti tutto questo si discuterà questa sera a partire dalle 21. 

 

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