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Paola Faggioni aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per Castellucci, ex ad di Autostrade. Per i legali è 'mancanza di equanimità'
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Crollo di Ponte Morandi, immagine della Guardia di Finanza di Genova

Non è una sorpresa il ricorso in Cassazione da parte degli otto imputati sui 59 indagati nel processo per la strage del Ponte Morandi: gli ex dirigenti di Autostrade o Spea Engineering, tra cui Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Atlantia, avevano già nel corso della prima udienza preliminare presentato la richiesta di ricusazione della giudice attraverso il loro pool di legali. Il motivo era dato dal fatto che il giudice Paola Faggioni aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari proprio per Giovanni Castellucci, nell'ambito di un filone d'inchiesta parallelo a quello del crollo del ponte, quello dedicato ai pannelli fonoassorbenti. Secondo i legali, con quel provvedimento la giudice avrebbe già espresso una valutazione complessiva sull'operato di Autostrade, fatto che viene ritenuto come una prova della mancanza di 'equanimità' del Gup.

Poi il 5 novembre, l'istanza di ricusazione era stata rigettata dalla corte d'appello di Genova. L'udienza dell'8 novembre si era così svolta regolarmente e Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime ponte Morandi, ha commentato: "Spero sia una decisione definitiva che faccia partire il processo senza ulteriori stop, siamo preoccupati anche sul numero molto alto di parti civili e speriamo possano essere sfoltite per non inficiare il procedimento". Poi l'ennesima doccia fredda, anche se purtroppo attesa dal legale del comitato dei parenti delle vittime. 

Prossima tappa sarà mercoledì 24 novembre, quando dovrebbe essere presa una decisione sulle parti civili ammesse al procedimento. "Speriamo che il nostro comitato venga ammesso, mercoledì dovrebbe esserci il responso, ma siamo abbastanza fiduciosi", commenta Egle Possetti a Primocanale: il motivo per cui il comitato potrebbe non essere accolto è che si è costituito in un momento successivo al crollo. Oltre ai parenti delle vittime, lo scorso 15 ottobre hanno presentato richiesta di costituirsi parte civile la Presidenza del consiglio, il Ministero delle Infrastrutture, il Comune di Genova, Regione Liguria: in totale sono oltre 300 i soggetti che vogliono costituirsi come parte civile, tra diverse associazioni di consumatori e non solo, i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Sul ricorso alla Cassazione, la constatazione è amara: "Cercano degli escamotage per portare avanti le tempistiche, ce lo aspettavamo perché sono tattiche che tutti adottano. E' una cosa penosa e negativa per noi". 

Processo Ponte Morandi, Egle Possetti: "Dove vogliono andare i professionisti dell’ingegneria?" - L'INTERROGATIVO

Ha destato invece qualche interrogativo il convegno on line dell’associazione internazionale IABSE in lingua inglese il cui titolo suona così "Ponti crollati, lezioni apprese". Su questo Possetti ha spiegato: "Il fatto che ci siano illustri ingegneri che hanno dei dubbi sui motivi del crollo è paradossale, ma dobbiamo restare lucidi. Spesso accade anche in altri processi che si cerchi di fare confusione, ma noi abbiamo una perizia imparziale di tecnici nominati dal giudice che definisce in modo chiaro la dinamica. Che in un convegno internazionale si pongano dei dubbi è incredibile, speriamo si tratti solo di disinformazione e non della volontà di confondere le idee". 

 

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