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A distanza di tanti anni riecheggiano le parole dell'ex presidente della Covisoc, Victor Uckmar, a Primocanale: “Mi dimisi perché non si agiva come avevamo indicato”
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Tre operazioni con il Genoa, addirittura otto con la Sampdoria. Su un totale di 42. Tanti sono i trasferimenti “sospetti” da e per la Juventus su cui indagano la Procura della Repubblica di Torino, la Covisoc (Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche) e anche la Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa). I due club genovesi sono dunque “indirettamente” coinvolti in maniera significativa in questa inchiesta, dagli esiti incerti, che mira a verificare la sussistenza o meno di false plusvalenze per “sistemare” i bilanci in rosso. In base all'attuale ordinamento i fascicoli sono stati trasmessi dalla Magistratura ordinaria alla Procura della Figc, guidata dal magistrato amministrativo Giuseppe Chiné, che può operare per suo conto.

Intanto, vediamo nel dettaglio quali sono le operazioni di mercato che riguardano Genoa, Sampdoria e Juventus. Per quanto concerne la società rossoblù, che ha di poco cambiato proprietà, tutte sono riconducibili alla passata gestione (situazione che peraltro non comporta alcuno stralcio, come dimostra l'affaire Spezia, il cui calcio mercato è stato bloccato per due anni a causa di una vicenda risalente alla proprietà di Gabriele Volpi e non degli attuali americani di Robert Platek):
Nicolò Rovella, Genoa > Juventus 18 milioni di euro
Manolo Portanova, Juventus > Genoa 10 milioni di euro
Elia Petrelli, Juventus > Genoa 8 milioni di euro
Per quanto riguarda la Sampdoria, tutte le operazioni sono state effettuate nel corso della gestione Ferrero e sono le seguenti:
Emil Audero, Juventus > Sampdoria 20 milioni di euro
Peeters Daouda, Sampdoria > Juventus 4 milioni di euro
Erasmo Mulè, Sampdoria > Juventus 3,5 milioni di euro
Giacomo Vrioni, Sampdoria > Juventus 3,88 milioni di euro
Nicolò Francofonte, Juventus > Sampdoria 1,7 milioni di euro
Gerbi Erik, Juventus > Sampdoria 1,3 milioni di euro
Matteo Stroppa, Juventus > Sampdoria 1 milione di euro
Michael Brentan, Juventus->Sampdoria 0,225 milioni di euro

Cosa rischiano in concreto sul piano sportivo (la giustizia penale compie un percorso parallelo ma differente) le società coinvolte, Juventus in primis ed eventualmente anche le altre? Intanto, gli inquirenti devono accertare se si tratti o meno di false plusvalenze. Nel recente passato a pagare lo scotto di questa pratica è stato il Chievo, con tre punti di penalizzazione nel 2018. In caso di esistenza di plusvalenze fittizie, il secondo passaggio dell'indagine consisterebbe nel verificare se si sia in presenza di una violazione delle regole contabili oppure di una vera e propria alterazione dei bilanci, magari finalizzata all'iscrizione ai campionati. A quel punto per determinare le sanzioni si dovrebbe fare riferimento all'articolo 31 del codice di Giustizia Sportiva, che prevede ovviamente livelli differenti a seconda delle responsabilità: ammenda, perdita di punti o addirittura esclusione dai campionati di pertinenza.

Fare previsioni risulta difficile, anche se il coinvolgimento della Consob (la Juventus è quotata in Borsa) ha un peso rilevante. Tempi lunghi ed argomenti complessi, non essendo il calcio e soprattutto il valore dei calciatori determinabile attraverso parametri certi. Le società, anche straniere, sono molte e questo rende l'indagine ancora più spinosa. Di fronte a questo scenario non possono, almeno in chi scrive, non riecheggiare le parole che Victor Uckmar, illustre professore di Diritto tributario ed ex presidente della Covisoc, da cui si dimise nel 2001 per l'impossibilità di svolgere sino in fondo le sue funzioni di “controllore”, rilasciate a Primocanale qualche anno prima della sua scomparsa: “Con la legge dei primi anni ’90 fu disposto che le società professionali calcistiche diventassero società di capitali, pensando che costringendole a seguire le regole bilancistiche si potesse mettere ordine anche al settore del calcio. Questa è stata un’utopia, poiché queste regole sono state troppo pesanti. Non si è agito come noi avevamo indicato come Covisoc, determinando le nostre dimissioni”.

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