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Il dispiacere più grosso nello spogliatoio del Genoa dopo il pareggio in bianco col Pisa è stato quello di non aver regalato al pubblico rossoblu una vittoria. Quasi trentamila persona con oltre quattromila toscani hanno fatto cornice ad un match equilibrato e vibrante.

Il pari alla fine non fa una piega. Il rimpianto del Genoa è che doveva sfruttare al meglio gli ultimi venticinque minuti con l’uomo in più dopo il rosso a Marin, ma gli assalti sotto la Nord di Coda, Aramu e soprattutto di Gudmundsson entrato in po’ troppo tardi, non hanno sbloccato il risultato.

Riannodando il film della partita c’è da segnalare una sola occasione nel primo tempo con Coda che ha prima tirato sul portiere e poi su Puscas. Tutto qui. Nella ripresa spavento per il gol poi annullato al Pisa per fuorigioco e delusione altrettanto al Genoa per la rete tolta a Bani sempre per offside. Il bicchiere ieri è mezzo pieno perché Criscito e compagni si arrampicano al secondo posto in solitaria. Non era scontato visto che prese da Blessin un gruppo in caduta libera e al quinto posto distante dai battistrada.

In 7 partite il capolavoro di Gila con 17 punti frutto di 8 reti e due soli gol subiti. Sette punti recuperati alla Reggina e molti a Bari e ad altre squadre. Questo Genoa non fabbrica gol ma è solido, combattivo e ha delle idee. In un mese e mezzo, da quell’8 dicembre col Sud Tirol, il Genoa ha cambiato tutto ed è in corsa più di prima. Ora il Parma, ma di qui alla fine saranno tutte finali.

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