Sanità

Il ruolo dei social network, che propone modelli di bellezza già alle bambine, è una delle cause principali
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GENOVA - Sono numeri che fanno impressione e che devono far riflettere, quelli che raccontano di casi in aumento per quanto riguarda i disturbi dell'alimentazione, nella giornata del Fiocchetto Lilla. L'anoressia e la bulimia nervosa contato 8/9 casi nuovi per circa 100 mila abitanti all'anno in termini di prevalenza. I dati sono stati forniti dall'ospedale pediatrico Giannina Gaslini. "Il fenomeno a cui assistiamo è una netta anticipazione dell'età, in passato vedevamo interessate le giovani donne e ora vediamo sempre di più ragazzine e adolescenti, ma anche bambine" spiega a Primocanale Laura Siri, neuropsichiatra infantile dell'ospedale pediatrico Giannina Gaslini. Ad acuire una situazione già complessa, il periodo post pandemico a cui si è assistito a un netto aumento dei casi anche tra le giovanissime.

Ad accrescere il numero dei casi, diversi fattori multipli: da quelli di tipo genetico a quelli familiari e ambientali. In particolare, è il ruolo dei social network, che propone modelli di bellezza già alle bambine, a essere una delle cause. "Vengono veicolati dei prototipi improntati sulla magrezza estrema, legato al concetto che essere magra significa essere bella - prosegue la dottoressa Siri -. I social media rivestono un ruolo fondamentale per far mantenere questo modello di bellezza a cui i ragazzini ambiscono per assomigliare ai loro idoli, cantanti e influencer". Il cibo diventa anche una valvola di malessere, soprattutto per quanto riguarda l'anoressia; la bulimia invece consiste nell'ingerire grosse quantità di cibo per colmare ansie e malesseri ed è legata ai disturbi d'ansia, dell'umore, alle quali si aggiunge la dipendenza da sostanze e l'autolesionismo.

"Intercettare il problema all'esordio può essere la chiave di volta nel determinare una buona prognosi, molti disturbi emergono in fase avanzata quindi è fondamentale la sensibilizzazione, a partire dagli insegnanti. È necessaria la presa in carico multidisciplinare che comprenda medico, pediatra, neuropsichiatra infantile, psicologo e nutrizionista - prosegue Laura Siri -. Tutti devono fare squadra. Serve anche il coinvolgimento attivo dei genitori, diretto nella gestione e nell'assistenza al pasto, anche quando il paziente viene dimesso".

Dottoressa Siri, nella giornata mondiale dei disturbi della nutrizione, qual è il messaggio che si sente di mandare?

Bisogna promuovere la salute mentale a tutti i livelli e i disturbi dell'alimentazione fanno parte della salute mentale, tra i giovani diventa dirimente intercettare subito il problema. Le istituzioni, compresa la scuola, devono in questo senso sensibilizzare. I disturbi possono conseguire gravi danni sulla crescita delle bambine, con danni agli organi che possono portare fino alla morte.

 

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