Sanità

La continuità assistenziale per il responsabile Polese è "ferma a trent'anni fa"
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"La continuità assistenziale è un servizio anacronistico, fermo a 30 anni fa, poco retribuito e sempre più complesso. A Genova negli ultimi giorni su 14 medici in organico ne erano disponibili solo 4 a gestire oltre mille chiamate e oltre 400 visite": è la fotografia di un momento particolarmente difficile per quelle che un tempo si chiamavano le guardie mediche, oggi più correttamente sono i servizi di continuità assistenziale che intervengono nelle ore notturne, nei festivi, nei fine settimana. Ma che hanno mostrato anche nei giorni delle feste natalizie il loro tallone d'Achille: la mancanza di personale a gestire la grande mole di lavoro che il territorio ligure, per la sua conformazione, porta a questo servizio.

Le parole sono di Marco Polese, referente continuità assistenziale FIMMG Liguria, che in diretta a Primocanale nell'intervista di Tiziana Oberti ha descritto una situazione critica: "Abbiamo avuto festività molto critiche che corrispondono però a quelle dell'anno scorso. Il servizio è vecchio nella sua struttura e organizzazione, è un lavoro poco contribuito e sempre più complesso da svolgere, in questo momento sta patendo più di altri la cronica carenza di medici".

"Sono medici che da soli coprono territori molto vasti, in Asl4 per esempio nella notte di Capodanno un medico da solo copriva tutto il territorio chiavarese, ma anche a Genova in questi giorni su 14 medici necessari c'erano 4-5 medici, un solo medico in centrale invece che due, con volumi di lavoro enormi. Dal 24 dicembre al 26 solo per la zona di Genova parliamo di 455 visite effettuate e di 1065 chiamate gestite dalla centrale operativa". 

"Abbiamo firmato il 15 dicembre con Regione Liguria un primo accordo dopo 15 anni dall'ultimo in cui vengono stanziate alcune risorse in più ma solo per questioni di emergenza. Noi chiediamo un profondo ripensamento del servizio", spiega Polese.

 

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