Sanità

In medicina d’emergenza deserta oltre la metà dei posti, male anche terapie intensive, virologia e infettivologia
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GENOVA - Una vera e propria fuga dai reparti più difficili, i giovani medici non solo non vogliono specializzarsi in medicina d'urgenza ma neanche in virologia, microbiologia e malattie infettive le specialità della pandemia. L'allarme è stato lanciato da Anaao Assomed, il più rappresentativo sindacato dei camici bianchi ospedalieri, in seguito al monitoraggio dei contratti di specializzazione 2022.

La sanità pubblica vive quindi un paradosso: ha necessità di medici ma rischia di non averne nei prossimi anni anche se sono state aumentate di molto le borse per specializzarsi (sono ormai 15mila l'anno).

Guardando i numeri dell'ultimo bando perle scuole di specializzazione si capisce chiaramente come per alcune specializzazioni, nonostante ci siano i posti a disposizione, molte borse vadano deserte. Dal monitoraggio di Anaao giovani che fotografa ateneo per ateneo la chiusura dei bandi proprio in questi giorni emerge infatti come la fuga dagli ospedali e soprattutto dai reparti più stressanti e più penalizzati cominci subito dopo la laurea.

La fuga primaria è dal pronto soccorso: oltre la metà delle borse bandite per specializzarsi in medicina d'urgenza (537 su 886) non sono state assegnate. In molti non fanno la scelta dell'emergenza urgenza per le condizioni di lavoro stressanti, i turni massacranti e difficoltà aumentate in seguiro al Covid.

A pesare sulle scelte dei giovani camici bianchi c'è anche l'effetto Covid con reparti come le terapie intensive al centro delle cronache nei due anni di pandemia che sono sempre meno attrattive (48 borse bandite e 279 non assegnate). In proporzione il fuggi fuggi più grande si registra in microbiologia e virologia con ben 113 borse non assegnate su 131 bandite. male anche malattie infettive (98 borse non assegnate su 327).

Alcune specializzazioni sembrano essere in via d'estinzione: in futuro sarà un problema trovare radioterapisti (78% di posti vacanti nelle scuole di specializzazione), esperti in cure palliative (63% di borse in cerca di un camice), farmacologi (67%), patologia clinica (70% di posti non assegnati).


Dati nazionali ma che sono in linea con quelli della nostra Regione fa sapere Raffaele Aloi segretario Anaao Assomed della Liguria.

"Il problema è legato anche alla mancata riforma del percorso formativo sottolinea Giammaria Liuzzi responsabile giovani di Anaao-Assomed - siamo l'unico Paese dove non ci sono contratti di lavoro formazione, qui gli specializzandi che lavorano tutti i giorni in corsia sono trattati come studenti. E poi alcune specialità come il pronto soccorso sarebbe necessario riconoscerle come lavoro usurante oltre a prevedere indennità ad hoc e più flessibilità nell'impiego".

"I medici sono sempre più stanchi, disillusi e arrabbiati - sottolinea Pierino Di Silveri segretario nazionale dell'Anaao Assomed - ci sono 5 milioni di giorni di ferie non usufruite, milioni di ore di straordinario non retribuite, ogni giorno così sette di loro lasciano il servizio pubblico. Dobbiamo arrestare subito l'emorragia ma servono investimenti che non si vedono in finanziaria". 

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