Porto e trasporti

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Pregiatissimo Editore,

sono Barbara Barroero, membro di Officine Sampierdarenesi ed iscritta alla chat “Vasta” di Claudio Burlando.

Le scrivo su “segnalazione” del carissimo Senatore Lorenzo Basso, che, durante una conversazione, mi ha mostrato il Suo editoriale di ieri, domenica 3 settembre, intitolato “Depositi chimici verso opzione zero, ma ditelo alle aziende”.

Innanzitutto non posso che apprezzare la Sua posizione circa l’”opzione zero”, mantra da quasi due anni di Officine Sampierdarenesi.

Con la mia lettera di oggi, tuttavia, vorrei soffermarmi sugli eventi serrati accaduti negli ultimi giorni e sulle reazioni che gli stessi hanno innescato (si vedano interviste a caldo al Sindaco Marco Bucci ed al Presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, nonché la mozione n. 116/2023 del Gruppo Consigliare Vince Genova).

È di lunedì 28 agosto la pubblicazione del “provvedimento di archiviazione del procedimento di assoggettabilità a VIA”, che ha sicuramente inferto il primo duro colpo al progetto di delocalizzazione dei depositi costieri su Ponte Somalia. È infatti chiaro che con l’archiviazione del procedimento di VIA regionale e con l’indicazione ministeriale che l’unica strada percorribile è quella della VIA nazionale, i tempi si allungheranno esponenzialmente (tra i 15 ed i 18 mesi), nonostante quanto a caldo dichiarato dal Sindaco Marco Bucci e dal Presidente Giovanni Toti (“poche settimane”). Inoltre, prima di presentare l’istanza di VIA nazionale, è indubbio che il progetto di delocalizzazione dovrà superare gli ostacoli fino ad oggi incontrati, ex multis la delega (mancante) di Carmagnani all’operazione, finora mai pervenuta, nonostante l’irrituale surroga del Sindaco Marco Bucci, e, nonostante le ripetute richieste, sia degli Uffici regionali preposti alla VIA, sia del Segretario Generale di AdSP (più che probabile futuro Commissario della stessa), Dott. Paolo Piacenza, che nella sua comunicazione ufficiale dello scorso 5 aprile, ne faceva esplicita ed inderogabile richiesta.

Nella stessa lettera, il Segretario Generale di AdSP ha anche evidenziato la dicotomia tra i progetti presentati da Superba (comunque contraddittori tra loro) e le richieste inderogabili di AdSP. I primi fanno riferimento a circa 90 mila metri cubi di stoccaggio, la seconda richiede di non superare i 60 mila metri cubi, che è l'attuale capacità della somma dei due depositi.

Il Dott. Piacenza ha peraltro eccepito come i progetti e le prescrizioni di AdSP differiscono anche relativamente agli accosti: nel progetto preliminare e nelle prescrizioni di AdSP, l’accosto è solo uno, nel progetto definitivo gli accosti raddoppiano, su entrambi i lati del “Somalia”, impedendo completamente l’utilizzo della “scassa” ad altre navi (Ro-Ro), a discapito di aziende e lavoratori (diretti e CULMV), che operano su quegli spazi.

Le problematiche e le incongruenze del progetto di delocalizzazione non si sono fermate alla VIA, in quanto il 30.08.2023 si è riunito il Comitato Tecnico Regionale (CTR), il quale “ha espresso parere contrario al rilascio del Nulla Osta di Fattibilità (NOF), per il progetto di cui al Rapporto Preliminare di Sicurezza”.

Tra le varie motivazioni che hanno portato il CTR ad esprimere parere contrario al rilascio del NOF vi sono carenze in merito all’aderenza del progetto alla normativa in materia, cioè il DM 31 luglio 1934 (tra molte, la problematica denominata “effetto domino” e la “mancata estensione dell’analisi dei rischi agli effetti indotti sullo stabilimento da un evento incidentale a bordo nave”).

Come rilevato anche dal Console di CULMV Antonio Benvenuti, in un’intervista rilasciata al Secolo XIX lo scorso 2 settembre, l’art. 15 del sopraddetto DM 31 luglio 1934, prevede che la costruzione dei depositi costieri possa essere autorizzata (solo per depositi con serbatoi interrati) quando le calate appartengono a bacini portuali separati ed esclusivamente riservati al traffico di liquidi infiammabili e combustibili. Come sottolineato dal Console stesso, questo vorrebbe dire che, dedicando ai depositi costieri, ai sensi di Legge, tutto lo specchio acqueo di Ponte Somalia – comprendente a ponente “Calata Tripoli” ed a levante “Calata Mogadiscio” – ciò andrebbe a discapito di tutte le altre aziende ed attività che operano su quegli spazi, con inaccettabili perdite occupazionali sia per i lavoratori diretti, sia per gli avviamenti dei lavoratori della CULMV, ed altrettanto, se per assurdo ed al contrario non venisse rispettata la normativa in merito alle calate separate, la sicurezza dei lavoratori sarebbe inammissibilmente messa a repentaglio.

Lasciando ora da parte il “merito”, ed occupandoci del “rito”, trovo che, sia nella mozione di maggioranza sopracitata (“il Comitato Tecnico Regionale (CTR)… ha comunicato a Superba s.r.l. la necessità di procedere ad una integrazione documentale del piano manifestando l’esigenza di approfondire alcune tematiche legate alla sicurezza ed al rispetto delle normative”), sia nelle dichiarazioni di Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, nella sua intervista al Secolo XIX del 01.09.2023 (“sul tema non c’è nessun parere negativo”), ci sia perlomeno un travisamento dei fatti, in quanto nel verbale della riunione del 30.08.2023, il CTR ha incontrovertibilmente comunicato quanto segue: "il Comitato Tecnico Regionale, in tale sede, ha espresso parere contrario al rilascio del nulla osta di fattibilità".

In questa sede il CTR non ha assolutamente richiesto "una maggiore documentazione per affrontare la pratica", ma, ai sensi dell'art. 17 comma 2, d.lgs. 105/2015 ha manifestato la contrarietà unanime al rilascio del NOF. Anche perché i termini per integrazioni e chiarimenti, il CTR già li aveva concessi a Superba durante l'iter istruttorio, iniziato a metà dicembre 2022 con il deposito da parte di Superba del Rapporto Preliminare di Sicurezza, proseguito fino ad oltre metà agosto 2023 con la concessione addirittura di una proroga non rituale di 60 giorni, proprio al fine di consentire alla proponente (Superba) di presentare quelle integrazioni che, evidentemente, non sono state comunque ritenute dal Comitato Tecnico sufficienti a garantire la sicurezza dell'impianto.

L’unico termine concesso, è quello di 10 giorni che per Legge (art. 10 bis L. 241/90) viene sempre concesso dalla Pubblica Amministrazione quando il provvedimento adottato dalla stessa è di segno negativo, con la comunicazione all'istante dei motivi ostativi all'accoglimento della domanda. Da precisarsi che, nei 10 giorni previsti, è fatto divieto di produrre nuova documentazione, ma solo dimostrare che, sulla base della documentazione già presentata, le risultanze del CTR sono sbagliate.

Ad ogni modo, non si può che confermare quanto affermato dal Presidente Giovanni Toti: "il parere del CTR non riguarda la localizzazione dei depositi chimici", in quanto quella dell'ubicazione degli stabilimenti esaminati non è materia di competenza del CTR. Sempre estrapolando dal verbale del 30 agosto: " si sottolinea che il parere negativo si riferisce al progetto presentato e non riguarda l'opportunità di delocalizzare, attività questa le cui valutazioni non rientrano tra i compiti dei Comitati Tecnici Regionali".

Continuando l'excursus sulle problematiche sottese alla collocazione dei depositi costieri su Ponte Somalia, non si può non menzionare l'ordinanza n. 32 del 2001 della Capitaneria di Porto (tuttora in vigore) che vieta l'ingresso delle navi chimichiere nel bacino di Sampierdarena, così come peraltro confermato nel 2013 dal parere dell'Ammiraglio Melone.

Da ultimo, ma sicuramente non meno importante, il Ministero per l'Ambiente e la Sicurezza energetica, nel suo parere fornito su richiesta dell'Ufficio VIA della Regione Liguria, ha precisato che il progetto di delocalizzazione dei depositi costieri su Ponte Somalia costituisce "variante al piano regolatore portuale", sancendo peraltro la potenziale illegittimità dell'ATF esperita, con eventuali conseguenze anche in sede di TAR.

Nel ringraziarLa dell’iniziativa da Lei proposta, Le comunico la disponibilità al confronto ed al dibattito sul tema, e con l’occasione Le porgo cordiali saluti.

Dott.ssa Barbara Barroero