GENOVA - Il porto di Genova guarda al futuro. Non solo il progetto della nuova diga foranea con i lavori assegnati al consorzio capitanato da Webuild insieme a Fincantieri Infrastructure Opere Marittime, Fincosit e Sidra che secondo gli obiettivi prefissati nel 2026 regalerà sviluppo al porto la nuova infrastruttura (LEGGI QUI).
Anche l'aspetto tecnologico e la digitalizzazione del traffico merci diventa un elemento centrale per la crescita dello scalo portuale genovese che punta dunque a diventare sempre più informatico. In commissione comunale a Genova l'audizione sul tema. secondo i dati forniti dall'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale il porto di Genova governa 6.192 imprese registrate sul sistema informatico, gestisce 20 milioni di interscambi dati, 936 mila processi digitali di importazione, 410 mila in import con oltre 5 milioni e mezzo di processi digitali per anno.
"Finalmente temi come la digitalizzazione, l'informatica e la telematica sono percepite come strategiche per il territorio. Genova, Savona e La Spezia gestiscono l'80% del traffico dati italiano nel settore marittimo" spiega Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto. Numeri che segnano già la leadership. Ma in commissione spedizionieri e operatori del settore portuale mirano a far crescere ulteriormente questi numeri. "Stiamo lavorando a una proposta strutturata per la governance del sistema che renda protagonista il nostro scalo rispetto alle dinamiche globali internazionali".
Il porto e la città investono sulla nuova diga per ampliare i traffici e rendere lo scalo ancora più competitivo a livello europeo. Il porto punta ad arrivare a 5 milioni di contenitori con il conseguente raddoppio di dati digitali: "Ci saranno 40 milioni di transazioni informatiche e 12 milioni messaggi all'anno - precisa ancora il direttore generale di Spediporto -. Cosi come la portualità genovese investe sulla diga per raddoppiare le sue capacità gestionali, la comunità degli operatori si è posta la domanda di come poter garantire un'infrastruttura tecnologica adatta a sostenere questo sviluppo. Servirà lo sforzo di tutte le categoria per usare in maniera massiva gli strumenti informatici messi a disposizione dall'Autorità portuale sulla base delle regole stabilite dal sistema portuale. C'è ancora una percentuale di digitalizzazione, molto verticalizzata sulle aziende e poco condivisa dagli operatori" precisa Botta.
In commissione comunale i lavori dedicati sono portati avanti dall'assessore ai Porti Francesco Maresca, il consigliere delegato ai nuovi insediamenti aziendali sul territorio Davide Falteri e i diversi consiglieri che compongono la commissione IV tra cui Cristina Lodi del Pd e Ariel Dello Strologo ma non solo. Botta sottolinea la particolare attenzione della commissione al tema della digitalizzazione non solo per il porto. "E' una commissione molto preparata e attenta a questi temi. Ha dato dimostrazione della consapevolezza che anche la commissione ha sull'importanza dello sviluppo tecnologico per il nostro territorio - precisa Botta -. Questa competenza e attenzione al tema è la dimostrazione della consapevolezza sul ruolo della digitalizzazione per il futuro di Genova partendo, come è stato detto giustamente, dalla formazione delle nuove generazioni e dal rilancio dell'occupazione. Sono aspetti strettamente collegati e importantissimi. C'è un progresso reale solo se tutti ne possono beneficiare, partendo dalla città e dai suoi abitanti" conclude Botta.
Non solo il porto infatti. A Palazzo Tursi nella seduta consiliare di martedì scorso è stato affrontato il tema del risparmio della carta per quanto riguarda le attività comunali. Ogni anno, come calcolato dalla consigliera Arianna Viscogliosi, vengono usati di 412mila fogli nelle commissioni consigliari e 158mila per le ulteriori documentazioni per un totale di 6.646 euro all'anno di costi (LEGGI QUI).
IL COMMENTO
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