Sanità

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di Tiziana Oberti

"La combinazione di una prossima influenza particolarmente aggressiva e di una bassa copertura vaccinale fa temere che l’inverno 2025 possa essere il più difficile degli ultimi vent’anni. Con la carenza di organico, i pronto soccorso rischiano il collasso sotto la presa d'assalto per febbre e sintomi influenzali". E' l'allarme lanciato da Alessandro Riccardi, presidente nazionale della Società Italiana di Medicina d'Emergenza-Urgenza (SIMEU), e direttore del pronto soccorso del Santa Corona di Pietra Ligure che a Primocanale esprime profonda preoccupazione per la tenuta dei reparti.​​

Consigli per affrontare l'epidemia

"I servizi d’emergenza sono sempre disponibili per fornire risposte, ma proprio perché il numero di malati (soprattutto anziani) aumenta e i pronto soccorso sono in difficoltà, è opportuno che il cittadino eviti le strutture d’emergenza-urgenza se non per effettive condizioni serie è importante sfruttare la rete sanitaria partendo dal medico di medicina generale, evitando i pronto soccorso se non per condizioni serie, data la difficoltà attuale dei reparti. Febbre isolata con sintomi come mialgie, cefalea o mal di gola, in assenza di comorbidità come diabete o scompenso cardiaco, non richiede valutazione urgente e si gestisce con automedicazione: paracetamolo, idratazione, pasti leggeri e riposo domiciliare per un paio di giorni, evitando antinfiammatori non steroidei senza prescrizione".​

Quando rivolgersi al pronto soccorso

Quali sono le condizioni serie? "In assenza di malattie associate (diabete mellito, scompenso cardiaco, insufficienza renale, malattia ematooncologica in fase attiva e in trattamento, immunodepressione per qualsiasi causa), una febbre isolata, con sintomi influenzali come mioartralgie, cefalea con caratteristiche abituali, mal di gola, raramente richiede una valutazione medica urgente, e quasi mai una prescrizione di terapia antibiotica.

Il consiglio è sempre quello di uno automedicazione, ricorrendo al paracetamolo, bevendo adeguatamente, assumendo pasti regolari e leggeri, ed evitando gli antinfiammatori non steroidei se non dietro prescrizione di un medico, e attendere un paio di giorni, con riposo domiciliare. Nei consigli per il paziente non dobbiamo dimenticare l’autoisolamento del paziente, per interrompere la diffusione del virus ai familiari, essenziale in presenza di una qualsiasi fragilità.
Se invece il paziente accusa sintomi minacciosi, come cefalea intensa, dolore al petto, difficoltà a respirare, o presenta una qualsiasi alterazione di coscienza, come una sonnolenza eccessiva, o confusione, è necessaria una valutazione in Pronto Soccorso, contattando il servizio d’emergenza territoriale tramite il 112".

In pronto soccorso per febbre non è una necessità

"Il nostro punto di osservazione ci permette di capire perché molti cittadini si rechino in pronto soccorso per una febbre: non è una necessità, ma una richiesta di una risposta ad un bisogno di salute, che in pronto soccorso avviene sempre e comunque: il paziente riceve una risposta, anche se di massima e non sempre precisa, sa di poter escludere determinate complicanze, e magari sa di poter ottenere certificati per quanto riguarda l’astensione dal lavoro. Sebbene si comprendano, questi rimangono accessi non urgenti che contribuiscono al rallentamento del servizio. La febbre non è la malattia, ma la risposta dell’organismo ad un’infezione, che in assenza di sintomi e di fattori di rischio, è quasi sempre autolimitante".

Pronto soccorso Villa ScassiIl pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi (foto archivio)

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