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Secondo giorno di sciopero e presidio da parte dei lavoratori
1 minuto e 5 secondi di lettura
di Andrea Popolano

La notte con i sacchi a pelo nelle tende da campeggio allestite in piazza Savio proprio davanti alla stazione ferroviaria di Cornigliano. Sullo sfondo l'acciaierie che oggi dà lavoro a mille famiglie. I falò con i bancali di legno per scaldare l'ambiente. Il grido dei lavoratori è chiaro: "Aprire un tavolo a Roma sulla situazione dell'ex Ilva di Genova". Davanti alla portineria dello stabilimento l'assemblea, poi il corteo interno all'acciaieria sbucato all'altezza dell'aeroporto.

In testa lo striscione storico 'Che l'inse'. Quindi il ricongiungimento con chi è rimasto in presidio in piazza Savio. Qui è arrivata anche la solidarietà dei Camalli del porto di Genova guidati dal console della Compagnia Unica Antonio Benvenuti che si somma a quella di Music For Peace. Poi l'attesa per convocazione dal ministero e l'apertura di un tavolo che affronti la situazione di Genova e degli altri stabilimenti Acciaierie d'Italia del Nord.

"Qui c'è un futuro", ripetono i lavoratori. "Qui abbiamoi tutto l'interesse che i lavoratori lavorino non che vivano di ammortizzatori sociali - spiega Nicola Appice, rsu Fim Cisl - in primis perché in questo momento storico non si riesce a vivere con la cassa integrazione. E poi bisogna dire che questo impianto sta lavorando, noi abbiamo fatto quest'anno quasi 200 mila tonnellate di zincato e 100 mila tonnellate di stagnato che facciamo solo a Genova. Abbiamo interesse". 

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