
La premessa, già nella giornata di ieri (martedì 16 settembre ndr), era di quelle infuocate, con un consiglio comunale full time durante il quale si sono affrontate le linee programmatiche della giunta di centrosinistra. L'epilogo, nella giornata odierna, in aula rossa, è stato all'insegna della tensione. A palazzo Tursi è andato in scena uno scontro frontale sulle origini di "Bella Ciao".
L'antefatto
La bagarre si è scatenata quando il centrodestra ha chiesto, prima, il minuto di silenzio per Charlie Kirk, e poi lo ha osservato in modo "abusivo", accompagnato dalla scritta "Prove me wrong", ovvero "dimostrami che ho torto", slogan inventato da uno dei fautori del movimento Maga. Già ieri la richiesta era stata bocciata dalla capigruppo, che ha rigettato il ricordo dell'influencer di destra, non dando il disco verde al minuto di silenzio. Kirk, attivista conservatore, trumpiano doc, è stato ucciso lo scorso 10 settembre alla Utah Valley University.
Lo scontro tra Bianchi e Chiarotti
A microfoni spenti c'è stato un violento botta e risposta tra la capogruppo di Fratelli d'Italia Alessandra Bianchi e il consigliere del Partito Democratico Claudio Chiarotti. Bianchi aveva citato "Bella Ciao", scritta apparsa su uno dei proiettili che hanno colpito Charlie Kirk (e su cui Fbi sta indagando ndr). A quel punto Chiarotti si è rivolto verso la consigliera, con tono molto acceso: "Non dire ca…te, vi abbiamo già appesi per i piedi una volta". Nei minuti successivi, attraverso una nota stampa, la capogruppo di FdI ha accusato il centrosinistra di aizzare "un clima d'odio già presente". "Spiace constatare come la violenza delle sue affermazioni, per di più rivolte verso una donna, di fatto non fanno altro che legittimare e alimentare il clima di intolleranza tanto caro alla sinistra nei confronti di chi non è allineato al pensiero unico" ha commentato Bianchi.
La richiesta di dimissioni
Il clima incandescente ha portato, in automatico, alla sospensione della seduta, mentre l'ex vicesindaco Pietro Piciocchi invocava le scuse e le dimissioni del consigliere dem Chiarotti. "Frasi di tale portata non possono essere derubricate né trovare alcuna giustificazione.
Per questo ci vediamo costretti a chiedere – nel nome delle istituzioni, dei gruppi politici che rappresentiamo e della storia della nostra città – una chiara presa di distanza e delle scuse ufficiali anche da parte del segretario del Partito Democratico di Genova e di tutte le forze politiche che compongono il cosiddetto campo largo" le parole congiunte della minoranza.
La giunta si dissocia, poi le scuse
Rientrati in aula rossa, a prendere la parola per prima la sindaca Silvia Salis, che pubblicamente si è dissociata dalle dichiarazioni del suo consigliere di maggioranza, chiedendo le sue scuse. "Ha sbagliato, ha detto una cosa grave" il commento di Salis. Sono arrivate le scuse di Claudio Chiarotti, che ha colpevolizzato il proprio atteggiamento. "Sono andato sopra le righe, chiedo scusa, la mia affermazione non era riferita a qualcuno in quest'aula, non ho avuto il filtro di fermarmi. Rivendico il mio essere antifascista e non penso che qui dentro ci siano dei fascisti" ha dichiarato dai banchi della maggioranza Chiarotti.
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