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L'europarlamentare della Lega: "Andiamo verso un mondo di poli contrapposti" e sull'emergenza profughi: "Spero insegni qualcosa ai Paesi del Nord Europa"
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GENOVA - "Le norme europee e il Pnrr vanno aggiornate visto lo scenario che ci troviamo di fronte. Va fatto tutto quello che si può fare" Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo affronta nel corso di un convegno l'emergenza del caro bollette e delle materie prime che l'Europa e l'Italia stanno vivendo in questo scenario di incertezza geopolitica con la guerra in Ucraina.

"I rincari c'erano già prima - spiega Campomenosi - c'era una crisi che andrà ulteriormente ad aggravarsi. Bisogna tornare alla produzione ed estrazione di gas che era stata molto ridotta nel passato, bisogna dialogare con l'Algeria e gli altri Paesi del Sud del Mediterraneo e serviranno rigassificatori per il gas in arrivo dagli Stati Uniti, infrastruttura che praticamente manca totalmente in Europa".

Il prezzo dei carburanti è aumentato in brevissimo tempo. Il Codacons ha pronto un esposto da presentare alle Procure per rialzi ingiustificati. "Tornando da Strasburgo ho visto gli aumenti anche negli altri Paesi ma non raggiungono i livelli italiani - precisa ancora Campomenosi -. Bisogna verificare che non ci sia qualcuno che stia speculando sulla situazione. Bisogna comunque considerare diverse situazioni come il valore del dollaro, occorreranno comunque degli interventi. L'Europa più degli Stati Uniti si trova in una situazione di dipendenza e chi produce ha la possibilità di 'ricattare' gli altri Paesi".

I tavoli tra Russia e Ucraina per ora non hanno dato esito positivo: "Andiamo verso un mondo di poli contrapposti e verrà superata l'attuale globalizzazione, un po' come quando c'era l'Unione Sovietica - precisa Campomenosi -. Se c'è una colpa che abbiamo quasi tutti è quella di non aver creduto a quello che ci dicevano gli americani. Questa crisi nasce già nel 2014".

Nel frattempo l'Europa si è mobilitata per accogliere i profughi che scappano dai missili e dagli attacchi della Russia di Putin. "E' uno scenario drammatico, l'Europa ha reagito accogliendo e con solidarietà, quella solidarietà che invece nel canale di Sicilia ha visto l''Italia lasciata da sola. Spero che questa situazione insegni a qualcuno nel Nord Europa che prima o poi tocca a tutti affrontare emergenze del genere" attacca Campomenosi.

Il premier Mario Draghi ha detto che l'Italia deve prepararsi a una economia di guerra. "Serve maggiore flessibilità nell'uso dei soldi pubblici, ora ci troviamo di fronte a un'emergenza. Poco tempo fa la Banca europea aveva detto che non si doveva finanziare infrastrutture per approvvigionamento del gas, ora tutto si è capovolto" spiega ancora l'europarlamentare della Lega.

Gianclaudio Torlizzi fondatore di T-Commodity analizza la situazione geopolitica sotto il profilo energetico entrando nel dettaglio. "L'invasione militare della Russia verso l'Ucraina ha incendiato lo scenario economico. Non è solo una questione energetica. La Russia incide per un 40% nell'offerta di palladio, 8% di nichel e 15% di alluminio se escludiamo la Cina. Le misure contro la Russia hanno l'obiettivo di isolare Mosca ma contribuiscono a stringere maggiormente i legami tra Russia e Cina e quindi alla formazione di due blocchi contrapposti. Nell'immediato non si può fare molto, restiamo dipendenti dal gas russo. Si può fare un progetto di medio-lungo termine di affrancamento dal gas russo. Servono accordi, servono accordi con gli Stati Uniti per il gas liquefatto e serve la costruzione di almeno due gasdotti".

Anche l'europarlamentare di Identità e democrazia Paolo Borchia entra nel dibattito e analizza la situazione. "Le fonti rinnovabili sono da promuovere e da investire ma presentano dei limiti. Verso la transizione energetica serve capire che non possiamo affrancarci dalla dipendenza del gas russo. Ci sono tante soluzione e opzioni. Serve aprire un dibattito sullo sviluppo del nucleare di quarta generazione. Siamo circondati da centrali nucleari, abbiamo gli svantaggi della situazione ma non abbiamo i vantaggi. Bisogna lavorare per aumentare la percentuale di energia prodotta nel nostro Paese, pensiamo all'Adriatico con stessi giacimenti sfruttati dalla Croazia e non dall'Italia. Poi c'è l'idroelettrico che però ha dei costi molto alti. Economia di guerra? Servirà fare ragionamenti su eventuali razionamenti non tanto a livello industriale quanto negli utilizzi della quotidianità, nel breve periodo avremmo delle difficoltà mentre nel lungo avremmo il tempo per investire su alternative come il gas naturale liquido che però ha dei costi molto alti al momento e servono infrastrutture dedicate" conclude.

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

 

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