"A Toti ho detto che non avrei mai aperto a Italia Viva o ipotesi di questo tipo, gli elettori non potrebbero capire cose contro natura come un accordo con chi negli anni passati ha distrutto La Spezia". Nel giorno in cui il centrodestra supera i dissidi e ricandida ufficialmente in via unitaria il sindaco in carica Pierluigi Peracchini alle Comunali della Spezia (leggi qui) , il primo cittadino in persona esclude in un intervento a Primocanale un allargamento della coalizione, in contrasto con gli orientamenti nazionali del suo stesso primo mentore Giovanni Toti, che si era detto pronto ad appoggiare Peracchini anche senza il consenso delle altre componeti del centrodestra.
Italia Viva o Azione del cavalier Perotti? "Io intanto confermo che sono il candidato del centrodestra e delle liste civiche che al civismo fanno riferimento per il bene della città. Sono una persona che di solito unisce e che nella vita ha sempre cercato di unire gli opposti. Ma il confine è quello del centrodestra, non ho mai pensato neanche per un secondo come altri hanno fatto di aprire a Italia Viva, anzi a persone e leader politici che io ho contribuito a mandare a casa, perché avevano fatto un disastro. Quando potremo parlare in campagna elettorale, io racconterò quello che ho trovato: una città con un potenziale incredibile, ma che era stata distrutta".
"L'Acam, azienda dei servizi pubblici locali, aveva 550 milioni di debiti, l'azienda dei trasporti pubblici locali era di fatto senza soldi per comprare il gasolio per i mezzi, la città era sommersa dai rifiuti e insicura, quando uno andava a parcheggiare gli venivano chiesti i soldi. Insomma abbiamo fatto una rivoluzione in bene e dobbiamo continuare a fare questo, gli elettori non potrebbero capire e accettare cose contro natura come quelle di fare solo un dialogo con chi ha distrutto la città negli anni passati".
"Con il presidente Toti parlo regolarmente dei problemi della città, è al mio fianco, mi aiuta, gli ho detto che non avrei mai aperto a Italia Viva o ipotesi di questo tipo".
IL COMMENTO
Piaggio Aero, dietro la cessione nessuna strategia politica e industriale
Isole pedonali? Meglio il caos che sfidare l’impopolarità