Politica

Il prossimo passaggio è l'amministrazione straordinaria, che il Governo dovrebbe già annunciare durante il tavolo di oggi
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Non solo non si è trovato l'accordo, ma tra Governo e ArcelorMittal è rottura totale, ed è proprio per questo che si sta andando in modo spedito verso il commissariamento. E così il futuro dell'ex Ilva è appeso a un filo, sempre più sottile. Il prossimo passaggio è l'amministrazione straordinaria, che il Governo dovrebbe già annunciare oggi durante l'incontro indetto con i sindacati. Appuntamento a Palazzo Chigi alle 15.

Il commissariamento chiuderebbe definitivamente la partita con Mittal, che controllava il 62% delle quote e che rappresentava il socio di maggioranza. L'azienda franco indiana perderebbe così la gestione dei poli siderurgici. Alla porta ci sono anche potenziali strascichi giudiziari e che potrebbe aprire un nuovo fronte considerato molto pericoloso anche da parte dei sindacati. In queste ore a Taranto la situazione si sta facendo esplosiva, ed è per questo che Aigi, Casartigiani e Confapi Industria hanno annunciato lo stop "a oltranza di tutte le attività lavorative delle proprie associate all'interno dello stabilimento siderurgico pugliese".

Per quanto riguarda i lavoratori, quello che appare concretizzarsi è il rafforzamento della Cig, anche se vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che quest'ultimi restino operativi. Un'altra variabile da non sottovalutare è quella delle società fornitrici, che perderebbero la propria aderenze se i poli siderurgici venissero fermati. Non dovrebbero esserci novità negative per le piccole e medie imprese creditrici.

Dal fermo scattato in queste ore sono escluse le prestazioni che riguardano la sicurezza degli impianti, oltre alla garanzia per la cassa integrazione straordinaria durante il commissariamento. Nel frattempo il Governo dovrà iniziare un'altra partita, quella della ricerca di nuovi soci con cui costruire il futuro della siderurgia, per salvaguardare non solo migliaia di posti di lavoro ma anche il ruolo dell'acciaio in Italia e in Europa. 

 

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