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Dopo la sonora sconfitta ai ballottaggi delle Comunali, nel Pd è partita una resa dei conti, più o meno interna, che ha già sfiorato la segretaria Elly Schlein
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GENOVA - È la quiete dopo la tempesta quella che si augura Luca Pastorino, dopo il suo "quasi" ritorno nel Partito democratico. Certo, questi non sono i giorni migliori per rientrare nel suo vecchio partito, lasciato oramai nel lontano 2015. Dopo la sonora sconfitta ai ballottaggi delle Comunali, nel Pd è partita una resa dei conti, più o meno interna, che ha già sfiorato la segretaria Elly Schlein. Ma, come specificato dallo stesso Pastorino, "Schlein è venuta dopo i candidati scelti in tutta Italia". Possono essere diverse le cause che hanno portato alla sconfitta del Pd e del centrosinistra, partendo sicuramente da un assoluto: il momento favorevole che sta vivendo il centrodestra sia dal punto di vista nazionale che da quello locale.

"Nei comuni piccoli o medi contano le dinamiche all'interno di quella comunità, dove oggi a mio modo di vedere le campagne elettorali vanno fatte in un modo diverso rispetto al passato, per esempio porta a porta, per caratterizzarle con elementi di riconoscibilità dal punto di vista della qualità della proposta e della percezione di quello che si può dare - spiega il deputato Luca Pastorino -. Negli anni ho ritrovato meno senso di appartenenza, le liste civiche sono opportune nei comuni piccoli ed è sempre stato così. Dietro però ci dev'essere la capacità di ritornare a fare politica e la capacità dei partiti, in primis il Pd, di trainare le proposte anche attraverso le liste civiche. È necessaria la consapevolezza di dove si sta andando, passo per passo e candidato per candidato". 

Un rientro, quello di Luca Pastorino, che prima di uscire dal Pd era nel gruppo di Elly Schlein. "Si tratta di un ritorno naturale, ribadisce Pastorino, senza troppe spiegazioni dal punto di vista politico. L'obiettivo è quello di dare un contributo nella costruzione di una classe dirigente che abbia caratteristiche di radicamento territoriale, ma con la capacità di comunicare". 

Pastorino, il consigliere regionale Sanna ha dichiarato - proprio a Primocanale - che il candidato presidente per le Regionali 2025 deve essere scelto entro la fine dell'anno. Concorda con Sanna?

Io sono d'accordo con Sanna, bisogna scegliere i candidati per tempo quindi il traguardo della fine dell'anno è corretto, lo dobbiamo traguardare per poter costruire con un po' di calma una proposta credibile, non stropicciata e fatta all'ultimo momento. Concordo, ci sono sindaci e amministratori locali bravi ma io non sono mai stato un sostenitore del partito dei sindaci. Credo inoltre che chi ha avuto la capacità di interpretare il proprio ruolo debba mettersi a disposizione di una classe di partito di cui parliamo. Ci dev'essere la messa a disposizione di queste figure.

Il consigliere Rossetti ha detto che vorrebbe capire quali sono le sue intenzioni, un ritorno per poi candidarsi alla presidenza? 

Le parole di Rossetti penso che non facciano benissimo a una situazione già ingarbugliata e preferirei quindi non commentarle. Mi auguro di avere a che fare con Pippo Rossetti perché io prendo la tessera per entrare in un partito, per fare politica e per dare una mano ai dem anche in chiave di elezioni regionali, sperando di poter dare un contributo per far cambiare il quadro della Regione.

Non è un po' preoccupato di questo rientro nel Pd, un partito che spesso negli anni ha avuto troppi fuochi incrociati che hanno compromesso la sua stessa stabilità?

Paura no perché ne avrei dovuta avere di più in questi anni che partito non ne avevo. Occorre fare un salto di qualità nella discussione interna, ma che rimanga anche più interna. Il centrosinistra fa sempre analisi del post voto ma le fa sempre un po' troppo aperte all'esterno (per esempio: quello ha detto contro quell'altro). Allora mi permetto di suggerire di evitare questo tipo di atteggiamento

Insomma, come dire, basta alle dichiarazioni di guerra, più o meno soft, attraverso i media. 

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