GENOVA - L’outsider che ha sovvertito i pronostici iniziali e da oggi è la nuova segretaria del Partito democratico. Chi è Elly Schlein, la quasi trentottenne di origine americana che ha battuto il suo compagno di partito Stefano Bonaccini, vittorioso nei circoli e super favorito? Attivista, ambientalista, europeista, femminista, apertamente bisessuale ma soprattutto di sinistra: una storia, quella della deputata dem, che non si può definire banale. Una predestinata, senza ombra di dubbio.
La prima donna a capo di un partito di centrosinistra, in un mondo, quello politico, da sempre a trazione maschile, soprattutto quello del suo partito, che prima ha appoggiato da dentro, poi abbandonato nel periodo di Matteo Renzi, e adesso ripreso. E ripreso dalla testa, non dalla coda. Il nonno materno, Agostino Viviani, era un noto avvocato antifascista, mentre quello paterno, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti e proveniva da una famiglia ebraica di Leopoli. Nata in Svizzera il 4 maggio 1985, da madre italiana e padre americano, si è laureata in giurisprudenza e già da molto giovane ha iniziato la propria attività politica.
Una famiglia benestante quella di Elly Schlein, che le ha permesso di aprirsi al mondo già dagli albori. È facile essere di sinistra e ricchi, accusano i detrattori. Una narrazione che Schlein sarà chiamata a smentire, perché si può essere progressisti anche provenendo da una famiglia facoltosa, a patto che al primo posto la “sinistra” torni a mettere lavoro, scuola, sanità. E sarà da questi temi che l’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna dovrà ripartire, trascinando un Pd alla ricerca di se stesso, perché passata l’euforia per la vittoria, risalire la china non sarà semplice, in un partito che dovrà trovare il giusto compromesso tra le sue anime.
Progressismo e riformismo dovranno camminare insieme, per la prima volta verso la stessa direzione, perché Elly Schlein ha bisogno di Stefano Bonaccini, come lo stesso Bonaccini dovrà tendere la mano a quella che in passato è stata la sua delfina. In mezzo ci saranno gli elettori, i sostenitori dell’ex eurodeputata, che le hanno dato fiducia, votandola nei vari gazebo italiani. A Geova Schlein è stata scelta con oltre il 70% delle preferenze, in una città dove la dem ha deciso di ritornare per ben due volte, la prima alla Sala Chiamata del Porto, la seconda in piazzetta Don Gallo, proprio venerdì scorso, a meno di 48 ore dalle Primarie.
Un’onda di sinistra ha spinto alla vittoria Elly Schlein, con i principali esponenti della politica genovese e ligure che si sono spesi per lei, dal consigliere regionale Armando Sanna al segretario provinciale Simone D’Angelo, passando per il deputato Luca Pastorino e un ex Pd come il sindaco di Ceranesi Claudio Montaldo. L’aspettativa, sulla neo segretaria dem è tanta, la pressione anche. E allora, la formula vincente, sarà quella di riunire le varie correnti e di chiedere “ufficialmente” di correre tutti verso la stessa direzione. Poi dovrà arrivare, in tempi celeri, il programma, seguito dalle future alleanze. Solo così Elly Schlein potrà dire di aver fatto la storia. Nel frattempo, i due principali partiti italiani sono trainati da due giovani donne (Giorgia Meloni ed Elly Schlein ndr), molto diverse tra loro ma con la stessa “garra”.
IL COMMENTO
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