Politica

Stop auto benzina e diesel, Toti: "Europa preoccupante, decisione folle"
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GENOVA - Disco verde da parte del Parlamento europeo, che ha approvato in via definitiva il provvedimento che vieta la vendita di veicoli con motori termici a partire dal 2035. In soldoni stop alle automobili a benzina e diesel, perché l'obiettivo è quello di azzerare le emissioni di auto nuove e furgoni in vendita nell'Ue tra dodici anni. A favore si sono schierati i partiti di centrosinistra, tra cui il Pd, i verdi, i liberali di Renzi e una parte dei moderati del Ppe, esclusi quasi tutti gli esponenti di Forza Italia, che hanno votato contro. Con loro anche le destre, tra cui Lega e Fratelli d'Italia. Il "no" di Giorgia Meloni non è servito a bloccare il provvedimento, che fa parte del pacchetto "Fit for 55" per il dimezzamento delle emissioni inquinanti già entro il prossimo 2030.

Si tratta di obiettivi intermedi che l'Unione Europea si è fissata in vista dal blocco totale del 2035, anche se non dovrebbero mancare nuove possibili deroghe. Tra queste il cosiddetto salvataggio di veicoli di lusso prodotti da aziende che vendono pochi migliaia di esemplari l'anno. Pensiamo, per esempio, alla Ferrari e alla Lamborghini. Nel 2026 la Commissione valuterà quali sono i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell'emissione al 100% e, qualora dovessero esserci problemi di natura pratica e sociale, Bruxelles potrebbe decidere di rinviare lo stop al motore a combustione. Il voto di ieri, lunedì 14 febbraio ndr, segna certamente un passo storico verso la transizione ecologica dei trasporti. 

Sul tema è intervenuto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, che punta il dito contro la decisione dell'Unione. "Abbiamo un piano potentissimo di incentivi che ancora dev'essere dipanato nei suoi effetti, aspettiamo che i Comuni e le categorie, che già si stanno confrontando, lavorino per applicare una mole di denaro importante e che servirà a ridurre le polveri inquinanti". Secondo il presidente Toti saranno necessarie tutte le politiche di gratuità del traporto pubblico che sta già attuando palazzo Tursi, così come il rinnovo della flotta dei mezzi, i bus elettrici, lo Skytram, l'allungo della metropolitana e i moderni treni inseriti nel contratto con Rfi.

"Trasferire il traffico dalla gomma al ferro è fondamentale, ma sono totalmente contrario a questa decisione dell'Unione Europa che pare folle per tempistica, mancanza di neutralità tecnologica. L'Ue è votata a un autolesionismo francamente preoccupante, ideologico e contrario agli interessi di questa Unione, che se vuole diventare un unico schieramento e un compatto continente deve cambiare atteggiamento e saper prendere più sul serio le cose, evitando di fare manifesti non attuabili o attuabili a prezzi insostenibili" ha aggiunto il presidente Giovanni Toti.

Nel frattempo al Parlamento europeo gli ultimi risultati elettorali, in Germania ma anche in Italia, potrebbero aprire nuovi scenari sul fronte della "maggioranza Ursola" che rischierebbe così di vacillare e di spostarsi molto a destra. Questo, supponiamo, cambierebbe i provvedimenti sul green e sullo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. 

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