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Dal contrasto all'illegalità alla demonizzazione della categoria con l'obbligo di esporre i prezzi, ecco le richieste per il ministro Urso
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GENOVA - Dopo le polemiche e lo sciopero di un giorno, le principali sigle sindacali in rappresentanza dei benzinai hanno incontrato il ministro Urso per portare le istanze del settore. "Abbiamo deciso di sospendere la protesta nel momento in cui il Governo ha deciso di coinvolgerci nel dialogo, dopo la misura diffamatoria del settore che obbligava e obbliga tutt'ora a esporre il prezzo medio del carburante, pena multe salate", spiega Fabio Bertagnini, presidente di Faib Confesercenti Liguria, a Primocanale. Un ulteriore lavoro da svolgere quotidianamente e che potrebbe essere arginato anche attraverso la tecnologia, come l'utilizzo di un qr-code che rimandi ad un portale online. 

"Al Ministro Urso abbiamo elencato le problematiche di questo settore: serve una riforma reale, senza demonizzazioni. Ci sono grosse forme di illegalità contrattuale, che abbiamo sempre fatto presente e che sono il vero male di questo settore" 

Il tema dei rincari non può essere imputabile a chi gestisce gli impianti. Il guadagno, su ogni litro, è veramente irrisorio, come dimostrato anche da un foglio esposto in molti distributori. "Ecco come vengono ripartiti 20 euro di carburante: allo Stato vanno €11,72, accise più IVA, alle compagnie petrolifere €7,90 tra materia prima, preparazione, trasporto e guadagno, mentre al gestore rimangono 38 centesimi lordi". 

E guardando al futuro sarà necessario che gli impianti di distribuzione cambino pelle, non soltanto nei termini di controlli contro chi opera nell'illegalità e di misure che facilitino la gestione: con la diffusione dell'elettrico, sarà quella un'altra grande trasformazione che bisognerà affrontare. Bertagnini si dice favorevole in quanto "l'elettrico ci permette intanto di ridurre l'inquinamento, atmosferico ma anche acustico, in città". 

"Il carburante serve a coprire le lunghe distanze, non i consumi all'interno di Genova o di altri comuni più piccoli. La nostra rete esisterebbe sempre così come la gestione dei distributori: siamo pronti al cambiamento, chiediamo soltanto di non incolpare la categoria dei prezzi"

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