GENOVA - Giornata ligure per il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in corsa per la segreteria del Partito democratico.
Il governatore emiliano sta girando l'Italia in lungo e in largo in vista delle primarie del 26 febbraio, quando gli elettori dem e del centrosinistra saranno chiamati a scegliere il nuovo segretario. In lizza, con Bonaccini, anche la sua ex vicepresidente dell'Emilia Romagna Elly Schlein, la ex ministra alle Infrastrutture e ai Trasporti Paola De Micheli e il deputato Gianni Cuperlo.
Una scelta di campo e di cuore quella di Stefano Bonaccini, nato e cresciuto con la tessera del Pci in tasca, come spesso ama ricordare. "Ho scelto di candidarmi perché ho capito che potevo essere utile a tanti altri e non a me stesso, ho accumulato un'esperienza sufficiente sia sul piano amministrativo, come sindaco prima e come presidente della Regione dopo, oltre ad aver guidato il partito a tutti i livelli".
"Credo di avere sufficiente esperienza e conoscenza dei problemi anche del Paese, con i ruoli che ho ricoperto. In realtà del gruppo dirigente nazionale del Pd non ho mai fatto parte, tranne sei mesi, agli enti locali"
ha raccontato a Primocanale.
Quello di Bonaccini suona per molti, come d'altronde quello della stessa Schlein, un nome divisivo che potrebbe non essere in grado di unire le varie anime del partito. "Al contrario - ribadisce con fermezza il presidente emiliano -. Peraltro un'esperienza che mi ha sempre visto unire, già da quando diventai segretario del Pd dell'Emilia Romagna nel 2009 attraverso le primarie. Il giorno dopo i candidati che erano miei avversari vennero con me in segreteria e riuscimmo a gestire unitariamente il partito per anni. Forse non a caso abbiamo avuto tanti successi elettorali amministrativi in questi anni nella mia Regione".
Tra i temi cosiddetti "caldi" che alimentano il dibattito interno al Pd, certamente quello legato alle alleanze, più che passate e presenti, future. Nessuna preclusione, ci tiene a sottolineare Bonaccini, ad alleanze con Terzo Polo e Mov5s. "Io da otto anni governo in Emilia Romagna e mi pare che i risultati non siano così scadenti. Per dare riferimenti nazionali io amministro da Renzi, Calenda fino a Bonelli, Fratoianni. Tenete conto che in otto anni non abbiamo avuto una mezza giornata di crisi e da sette anni l'Emilia Romagna è prima per valore aggiunto industriale tra tutte le regioni d'Europa".
Quale sarebbe il primo incontro di Stefano Bonaccini segretario del Partito democratico? "Vorrei incontrare Giorgia Meloni per dirle che per noi non è una nemica, al massimo un'avversaria, che le porteremo sempre rispetto. Così però lo pretendiamo anche. Ogni volta che diremo dei no saranno sempre accompagnati da una proposta alternativa, perché non credo che basti in politica dire no a tutto. Se su qualcosa saremo d'accordo ed è condivisibile, noi lavoreremo insieme".
Non solo sanità privata, che in Emilia Romagna esiste e funziona bene, ma anche pubblica, perché per Stefano Bonaccini "la sanità pubblica dev'essere il nostro pilastro". Che in Italia sia necessario sopperire alla mancanza di medici e infermieri è chiaro a tutti e per farlo, il presidente emiliano propone di eliminare il numero chiuso alla facoltà di Medicina. "Serve qualità, che gli studenti vengano valutati al meglio, ma anche la quantità è fondamentale per offrire poi il servizio migliore. È necessaria una misura straordinaria per risolvere il problema dell'imbuto formativo, si selezioni al primo e secondo anno e, chi non è in grado, vada a fare altro".
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