ROMA - Sono ore determinanti per costruire alleanze e coalizioni chiare in vista delle elezioni anticipate al 25 di settembre. Per questo motivo anche il presidente di Regione Liguria e leader di Italia al Centro si trova a Roma, per dialogare con tutti gli interlocutori che lo vorranno. Giovanni Toti ha nuovamente ribadito durante la trasmissione L'Aria che Tira che l'appoggio al centrodestra non è scontato, anche se non dovesse trovarsi un accordo con Azione di Carlo Calenda. "Se non troveremo accordi con nessuno non abbiamo alcun problema ad andare alle elezioni politiche per conto nostro e difendere la nostra bandiera".
"Vorrei dialogare senza pregiudizi con tutti sapendo che la mia storia è di centrodestra, ma un centrodestra in cui mi devo riconoscere"
"Più volte ho chiesto agli amici del centrodestra in questi anni una modifica sostanziale agli equilibri politici di coalizione e un'apertura alle forze civiche. Al momento Italia al Centro è una forza 'terza' rispetto al centrodestra, non è mai stata invitata a un tavolo di coalizione, così come certamente posso dire che non andremo con il Pd e il M5S. Il nostro programma è composto da dodici punti a cui non intendiamo rinunciare. Questa settimana senza pregiudizio ci rimetteremo ad ascoltare che cosa succede per poi decidere a chi dare il nostro appoggio".
Forze civiche come Azione di Carlo Calenda, con cui Toti condivide diversi punti vista anche la reciproca partecipazione alle rispettive convention, e come Italia Viva di Matteo Renzi, con cui in Liguria ha avviato qualcosa di più di un dialogo, visto l'appoggio del movimento al sindaco di Genova Marco Bucci. Ma in questa definizione non rientra altrettanto la ribattezzata forza politica di Luigi Di Maio che a meno di un mese dalla scissione con il Movimento 5 Stelle oggi a Roma ha presentato "Impegno civico", con Bruno Tabacci e Vincenzo Spadafora. I fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle inizialmente si erano riuniti sotto il nominativo di Insieme per il futuro, oggi questo movimento cambia già nome e sembrerebbe doversi alleare con il Partito Democratico. Forse anche per questo motivo, il governatore ligure storce il naso.
"Sentire Di Maio parlare dell'abolizione del reato d'abuso d'ufficio, su cui sono assolutamente d'accordo, quando da leader di partito ci ha regalato la Legge Bonafede e il giustizialismo degli ultimi 5 anni, è qualcosa di piuttosto surreale"
IL COMMENTO
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