Cultura e spettacolo

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L'attore attacca duramente Donald Trump durante il suo discorso
3 minuti e 37 secondi di lettura
di Dario Vassallo

CANNES - "L'arte cerca la libertà, unisce le persone, include la diversità. Ecco perché rappresentiamo una minaccia per i fascisti del mondo": è con queste parole, inserite all’interno di un discorso più ampio in difesa del cinema e della creatività, che Robert De Niro ha celebrato la Palma d’onore del Festival di Cannes che gli ha consegnato l’amico Leonardo Di Caprio che con lui aveva lavorato in ‘Killers of the flower moon’ di Martin Scorsese presentato proprio qui sulla Croisette due anni fa. É stato il momento più emozionante della cerimonia di inaugurazione, tanto che l’attore - di fronte ad una standing ovation durata alcuni minuti - non è riuscito a trattenere la commozione. Un momento di debolezza che non gli ha impedito di attaccare duramente Donald Trump: “Un presidente ignorante che ha tagliato i fondi per le discipline umanistiche, per l'istruzione superiore e ora annuncia dazi doganali sul cinema semplicemente inaccettabili".

Un modello per un'intera generazione di attori

Un attore, come ha sottolineato Di Caprio nel presentarlo, che “è stato un modello per un’intera generazione di attori, il nostro idolo, un attore che ha ridefinito il cinema, un mito che ci ha ispirati per la sua capacità di immergersi nei personaggi, uno specchio in cui guardarci ma anche per chi come me ha la fortuna di conoscerlo e lavorarci una persona di una grande forza interiore e umanità". Dal canto suo De Niro ha ricordato le sue partecipazioni a Cannes, dalla prima volta nel 1973 con ‘Taxi driver’ (anche quello di Martin Scorsese) che vinse la Palma d’oro a ‘Killers of the filerebbe moon’ cinquant’anni dopo.

La carriera

Sette nominations e due Oscar (uno da non protagonista per ‘Il padrino – Parte II’ e uno da protagonista per ‘Toro scatenato’), un Golden Globe, un premio Cecile De Mille alla carriera nel 2011, un Leone d’oro alla carriera nel 1993 e un'infinità di altri riconoscimenti. Il suo cammino artistico si può riassumere così, se pure molto per difetto. Robert De Niro è uno tra i più grandi attori di sempre e tra i migliori interpreti del 'Metodo' creato da Stanislavski e negli Stati Uniti esaltato dall’Actor Studio creato da Elia Kazan e poi diretto da Lee Strasberg che ha sfornato star del calibro di Marlon Brando, James Dean, Paul Newman, Al Pacino, Jack Nicholson, Meryl Streep e Dustin Hoffman) basato su una immedesimazione totale tra attore e personaggio che lui ha portato agli estremi.

Un uomo con una pistola in manoRobert De Niro in una scena di 'Taxi driver'

Tanto per dire, per interpretare ‘Taxi Driver’ ha lavorato in turni di 12 ore in un taxi per un mese per entrare nella mentalità del protagonista e capire l'isolamento del lavoro, per ‘Toro scatenato’ è ingrassato 20 chili, per ‘Cape Fear, il promontorio della paura’ ha pagato un dentista 5.000 dollari per fingere di avere i denti marci come richiedeva il suo personaggio per poi dargli altri 20.000 dollari per rimetterli a posto. Cosette di questo tipo, non c'è dubbio che avesse dovuto interpretare un chimico si sarebbe preso la laurea.

Ha indossato i panni più sporchi e violenti che il cinema anni '70 e '80 potesse offrirgli: ritratti di uomini cinici, spesso psicopatici, mafiosi, pugili, diavoli in carne ed ossa, costruendo interpretazioni che sono diventate veri e propri capisaldi della storia del cinema, incredibile nell'azzeramento della propria identità al fine di costruirne altre.

La vita

Figlio di due artisti di origini italo-americane (i nonni venivano da Ferrazzano, nel Molise, il padre era scultore e poeta e la madre pittrice) che si separarono poco dopo la sua nascita, cresciuto nella Little Italy, la leggenda dice che cominciò a pensare alla carriera di attore a 10 anni, quando recitò in uno spettacolo scolastico. Forse non tutti sanno che esordisce ufficialmente sotto la direzione nientemeno che di Marcel Carné in 'Tre camere a Manhattan' (1965). Dopo inizia un lungo sodalizio artistico con un regista emergente destinato a fare strada nel mondo del cinema: Brian De Palma, con cui gira tre film da protagonista prima di conoscere in un party Martin Scorsese che farà prendere il volo alla sua carriera. Una filmografia da più di cento film. Da ricordare almeno, oltre agli Oscar vinti, ‘Novecento’, ‘Il cacciatore', ‘Mission’, ‘C’era una volta in America’, ‘Gli intoccabili’, ‘Risvegli’ e in tempi più recenti ‘The irishman’.

 

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