GENOVA - Quattro splendide sale al secondo piano nobile di Palazzo Balbi Senarega sono state restituite in tutto il loro splendore ai fortunati studenti dell'Università di Genova: un intervento di 620 mila euro sostenuto proprio dall'ateneo che ha voluto restaurare pavimenti, pareti e soffitti affrescati, infissi e arredare gli spazi con scaffali a specchio, lampade che richiamano il design del primo restauro negli anni Sessanta. Sotto i preziosi affreschi realizzati da Valerio Castello, Domenico Piola, Gregorio De Ferrari, si preparano gli esami di storia dell'arte, ma anche letteratura, storia e filosofia. "Riaprire al pubblico e riaprire soprattutto questi spazi ai nostri studenti è una grossa conquista", commenta Lauro Magnani, già delegato del rettore per la valorizzazione del patrimonio dell’Ateneo e professore di storia dell'arte moderna. "Andando all'estero vediamo università importanti americane che si dotano di un museo e di collezioni artistiche".
"Pensare che i nostri studenti possono studiare sotto questi affreschi a contatto con le opere di questi artisti e verificarle proprio nel momento in cui le stanno studiando, trovo che sia davvero qualcosa di più che la nostra università può offrire"
Un patrimonio unico quello di via Balbi 4. Un tempo in queste sale si trovava l'appartamento di Francesco Maria Balbi, che fece decorare proprio questa serie di 16 stanze, oggi è la sala di lettura e studio della biblioteca di beni culturali: Unige negli anni ha voluto acquistare il palazzo, uno dei più importanti dal punto di vista dell'architettura genovese. La delicata operazione si è svolta sotto l'occhio attento della Soprintendenza che svela come nei prossimi anni ci sarà richiesta di rinnovamento tra le file dei restauratori. A dirlo a Primocanale è Cristina Bartolini, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Genova e Provincia della Spezia.
"Noi come ministero abbiamo una grande carenza di personale tecnico in particolare ed è evidente che la formazione e le eccellenze in questo settore sono i più desiderati profili professionali per un ministero della cultura che quotidianamente è impegnato con obiettivi di tutela, di conservazione e di intervento"
Ma questo intervento sarà soltanto il primo di una lunga serie per questi palazzi che sono tra gli edifici riconosciuti patrimonio Unesco, anche nell'ottica di aprirli di più al pubblico, cosa non così semplice per motivi di sicurezza e capienza. Ma secondo il rettore Federico Delfino bisogna investire anche sulle nuove tecnologie: "Abbiamo svolto importanti azioni di restauro anche grazie ad un laboratorio che ci ha aiutato molto e che è nato proprio in seno alla scuola di scienze umanistiche e che aiuta nell'analisi chimica delle opere d'arte e nel loro restauro mirato".
"Dobbiamo lavorare sulla visualizzazione immersiva, per cercare di rendere fruibile il patrimonio anche ad un visitatore che non è fisicamente nella nostra città, ma che si collega magari tramite lo smartphone o una piattaforma web. Anche in questo caso credo che l'Università di Genova possa mettere insieme tanti saperi"
Il sogno è quello di vedere un palazzo completamente rinnovato, come ammette il professor Magnani a Primocanale che aggiunge: "Non ci siamo fermati all'oggi, abbiamo voluto proprio per questo, con un Qr-code, indicarvi la possibilità di leggere virtualmente come potrebbe essere il futuro di questo palazzo" (GUARDA QUI).
IL COMMENTO
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