Cronaca

Il presidente di municipio Colnaghi continua a supportare i cittadini: "Il 26 aprile andrò a Roma in audizione alla Commissione per far presente queste incongruenze che abbiamo trovato e a chiedere che venga fermata questa follia"
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GENOVA - ‘Sampierdarena non è una discarica’. Una lotta che continua da mesi quella di diverse associazioni e comitati sampierdarenesi contrari allo spostamento dei depositi chimici, che da Multedo dovrebbero trasferirsi a Ponte Somalia.

Una prima manifestazione a metà dicembre e un’altra proprio oggi tra le vie del quartiere con un corteo che da piazza Barabino è arrivato fino a piazza Vittorio Veneto. Si respira rabbia e delusione tra i cittadini che, 'armati' di cartelli', hanno protestato la destinazione scelta per il trasferimento, necessario, dei depositi petrolchimici del quartiere di ponente. Una decisione che non convince neanche il Municipio Centro Ovest e che da tempo sostiene i cittadini e combatte per fermare lo spostamento.

Per il presidente di municipio Michele Colnaghi è una soluzione impraticabile e poco sicura per tutta Genova. Dopo una raccolta firme che ha registrato code chilometri di persone in fila per siglare il 'no', Colnaghi non si è fermato e ha sostenuto un ricorso al Tar presentato da circa 60 residenti dell'area di via Sampierdarena e lungomare Canepa. "Oggi abbiamo depositato le 108 pagine aggiuntive di osservazioni in cui sottolineiamo nuove anomalie nella documentazione - spiega Colnaghi a Primocanale -, per esempio non è stato menzionato che la commissione consultiva ha dato parere contrario allo spostamento. È fondamentale, ci sono tantissime altre osservazioni redatte dai nostri avvocati e ingegneri. Proprio per questo, il 26 aprile andrò a Roma in audizione alla Commissione per far presente queste incongruenze che abbiamo trovato e a chiedere che venga fermata questa follia". Oltre al ricorso dei cittadini, altre due aziende portuali hanno presentato tutti i documenti necessari per fermare gli atti dell'autorità portuale. Si tratta di Olii e Saar, che fanno capo all’imprenditore Beppe Costa e che vedrebbe inevitabilmente ridotta o azzerata la propria operatività, e del Gruppo Grimaldi che teme di trasformare la città di Genova in una nuova Beirut (LEGGI QUI).

Non solo il municipio, sono tantissime le associazioni che condannano la decisione. Tra loro, anche il Comitato Lungomare Canepa, che dagli albori della 'battaglia' si è fatta portavoce dei sampierdarenesi. "Siamo tanti oggi - spiega Silvia Giardella, presidente del comitato -, questo fa capire che Sampierdarena ma anche la città è contraria. Ancora una volta lo diciamo, no ai depositi chimici nel centro storico del quartiere. Genova è satura, quà ne abbiamo già cinque, con questi diventerebbero sette, tutti concentrati in uno spazio ridotto e troppo vicino alle nostre case. L'unica opzione è l'opzione zero".

Il bilancio della manifestazione a livello viabilità è di qualche rallentamento in direzione Ponente, con il corteo che ha visto interdetto il traffico veicolare invia Buranello, via Sampierdarena e lungomare Canepa. 

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