Cronaca

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di Annissa Defilippi

La procura di Genova ha aperto un'inchiesta, al momento senza indagati e senza ipotesi di reato, sulla gestione di Amt (l'azienda di trasporto pubblico di Genova e area metropolita). L'indagine nasce dopo i recenti avvenimenti che hanno riguardato l'azienda e diffusi mediaticamente. L'ultimo e più clamoroso riguarda la lettera del cda che è stata recapitata all'ex presidente Ilaria Gavuglio e che contiene gravi accuse sulla gestione della partecipata del Comune. Con la lettera il cda ha sospeso Gavuglio dal ruolo di direttrice generale che aveva conservato all'interno di Amt.

Buco di bilancio e gestione dei conti

La crisi Amt è esplosa a partire dall'estate con la nuova giunta del Comune di Genova guidata dalla sindaca Silvia Salis che ha aperto il caso denunciando di fatto un buco di bilancio di circa cento milioni. Situazione che ha portato a una riduzione del servizio, la fine delle tariffe agevolate su larga scala e l'immissione da parte di Regione Liguria di risorse aggiuntive per affrontare le spese necessarie. Soprattutto il Comune insieme ai nuovi vertici ha aperto una composizione negoziata della crisi per gestire il periodo di transizione prima che il piano di rientro previsto produca i suoi effetti. A fine agosto sono cambiati anche i vertici con l'ex sindaco di Savona Federico Berruti che ha preso il posto di Gavuglio e con l'ingresso di nuovi consiglieri d'amministrazione.

Le nove contestazioni alla Gavuglio

Il cda, nella lettera inviata lunedì scorso, contesta a Gavuglio nove diverse situazioni: si parla di "omissioni informative e ritardi gestionali verso gli organi di controllo" per il "mancato tempestivo invio del piano di cassa richiesto dal revisore legale e la tardiva rappresentazione delle tensioni di liquidità e dei debiti commerciali scaduti oltre 90 giorni". Citate anche "violazioni dei principi di corretta rappresentazione contabile" relativamente al preconsuntivo 2024 e "l'inosservanza delle prescrizioni e delle scadenze fissate dal collegio sindacale e dal revisore" per non aver provveduto con sufficiente impulso all'adozione tempestiva e all'attuazione del piano d'intervento. Il cda punta poi il dito contro la politica tariffaria "priva di istruttoria, monitoraggio e copertura finanziaria".

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