Cronaca

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Il processo si era aperto a febbraio, Soracco ha fatto dichiarazioni spontanee in aula mentre la Cecere non si è mai presentata
4 minuti e 9 secondi di lettura
di Annissa Defilippi
Un photofit con l’indagata CecereIl photofit di Anna Lucia Cecere

Ergastolo per Annalucia Cecere e una condanna pesante anche per il commercialista Soracco. Sono le richieste della Procura attese in mattinata.

Le richieste di condanna dell’accusa

Quasi trent'anni dopo il cold case che ha sconvolto Chiavari, la Corte d'Assise di Genova è pronta a formulare le richieste di condanna dell’accusa. Oggi il sostituto procuratore Gabriella Dotto completerà la sua requisitoria iniziata lo scorso 23 ottobre. In quella sede, secondo quanto emerso dalle indagini e dalle anticipazioni dell'udienza, la pm chiederà l'ergastolo per l'imputata principale, Anna Lucia Cecere, l'ex insegnante di 55 anni accusata di omicidio volontario aggravato da crudeltà, futili motivi e gelosia. Cecere, secondo l'accusa, avrebbe sfogato su Nada tutta la sua rabbia e frustrazione repressa, in un delitto d'impeto nato da un'ossessione per Soracco, il datore di lavoro della vittima.

Marco Soracco avrebbe coperto la Cecere

Per quanto riguarda Marco Soracco, anch'egli alla sbarra per favoreggiamento personale – in quanto avrebbe coperto l'aggressore nascondendo elementi cruciali – la pm Dotto formulerà una richiesta di pena che sarà specificata in aula, ma che punterebbe a smontare ogni dubbio sulla sua responsabilità indiretta, inclusa la manipolazione di prove e testimonianze nel corso degli anni.

L’avvocata Franzone in nome della madre di Nada

L'udienza di oggi non si limiterà alle parole dell'accusa: si assisterà infatti alla requisitoria delle parti civili, in primis la mamma di Nada Cella, che da anni lotta per ottenere giustizia in questo dramma familiare e giudiziario. Seguiranno poi le arringhe delle difese, con i legali di Cecere e Soracco chiamati a controbattere un quadro indiziario definito "cristallino" dalla Procura, basato su testimonianze, intercettazioni e incongruenze emerse dopo la riapertura del caso nel 2021.

Cronistoria di un processo

Il processo, iniziato lo scorso febbraio, ha riportato alla luce un intreccio di gelosie, omissioni e silenzi che ha tenuto banco per tre decenni: Nada trovata in una pozza di sangue, con segni di un'aggressione feroce; un rapporto "nascosto" tra Cecere e Soracco; e la madre di lui, Marisa Bacchioni, che secondo l'accusa avrebbe ostacolato le indagini per proteggere il figlio. Elementi che la pm Dotto ha ripercorso in una requisitoria fiume, puntando il dito su un "mosaico limpido" di prove. La sentenza è attesa per il 18 dicembre prossimo.

  • 1996: prime indagini e sospetti iniziali
. Le indagini si concentrano su Soracco, unico indiziato principale, per il movente di un possibile passaggio di denaro in nero scoperto da Nada. Vengono esaminati diari e floppy disk della vittima, ma senza risultati decisivi. Una vicina segnala sospetti su Annalucia Cecere (28enne all’epoca, infatuata di Soracco), che aveva espresso gelosia verso Nada. A casa di Cecere vengono trovati bottoni simili a uno rinvenuto sotto il corpo della vittima (con scritta “Great Seal of the State of Oklahoma”), ma l’indagine su di lei dura solo pochi giorni e viene archiviata. Soracco è scagionato grazie a un alibi e test DNA negativi;
  • 1996-2005: il cold case viene archiviato per irrisolto. Emergono incongruenze, come la presenza insolita di Nada in ufficio di sabato mattina e testimonianze ritrattate (tra cui quella della mendicante che avrebbe visto Cecere sporca di sangue). Il delitto resta un giallo irrisolto, con sospetti su moventi misti (sentimentali e criminali);
  • 2005-2019: nel 2005 il fascicolo si riapre grazie ai diari di Nada. Nel 2006 vengono indagati due muratori per racket della prostituzione, ma senza legami col delitto. Nel 2011 emergono tre capelli non appartenenti alla vittima. Nel 2019 Cecere minaccia la criminologa Antonella Pesce Delfino (che lavora per la famiglia Cella), rivelando gelosia professionale e sentimentale verso Nada, legata a Soracco;
  • 2020-2023: la Procura di Genova, su impulso della criminologa Pesce Delfino e dell’avvocata Sabrina Franzone, riapre il caso nel 2020. Vengono riesaminati atti dimenticati, tra cui i verbali sui bottoni e intercettazioni. Cecere è iscritta nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato da futili motivi e crudeltà (gelosia per il posto di lavoro e il rapporto con Soracco). Soracco e sua madre Marisa Bacchioni sono indagati per favoreggiamento e false dichiarazioni. Nell’estate 2023, a Roma, viene ritrovata una scatola di reperti della scena del crimine (analizzati dal genetista Emiliano Giardina). A ottobre 2023, la Procura chiude le indagini e notifica l’avviso a Cecere;
  • 1 marzo 2024: il GUP di Genova proscioglie i tre indagati per insufficienza di prove, nonostante le parti civili (famiglia Cella) facciano ricorso. Emergono errori nelle prime indagini del 1996, come descrizioni incoerenti dei bottoni e omissioni su testimonianze contro Cecere;
  • Novembre 2024: la Corte d’Assise d’Appello di Genova annulla il proscioglimento e rinvia a giudizio Cecere per omicidio, Soracco e Bacchioni per favoreggiamento. Il delitto è descritto come “d’impeto”, motivato da invidia e frustrazione di Cecere verso Nada;
  • 6 febbraio 2025: 
inizia il processo alla Corte d’Assise di Genova. La pm Gabriella Dotto accusa Cecere di aver sfogato “rabbia e frustrazione” su Nada per gelosia. Testimonianze chiave includono Pesce Delfino e la sorella di Nada. Soracco e Bacchioni sono accusati di aver ostacolato le indagini.

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