Cronaca

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Il segretario UilPa Pagani: "Occorre adoperare misure stringenti per detenuti violenti, ma alla Spezia oltre a non essere puniti, non esiste neppure una cella per l'isolamento"
1 minuto e 21 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi
La cella di un carcere

Altro episodio di violenza in carcere, questa volta nell'istituto penitenziario di Villa Andreino alla Spezia: un detenuto ristretto, ex art. 32 della seconda sezione, si è barricato in cella e ha dato fuoco alla cella, distruggendola. Il segretario della UilPa Polizia Penitenziaria Fabio Pagani fa sapere che solo grazie all'intervento della polizia è riuscito a scongiurare il peggio. "Solo grazie all'immediato intervento della Polizia penitenziaria con estintori ed idrante si è evitata una strage ove sono ristretti in quel piano 26 detenuti - spiega il segretario Fabio Pagani -. Da notizie trapelate si apprende che il detenuto era in evidente stato di ubriachezza e che fosse stato autorizzato dai vertici a fare socialità fino alle 23 in un altra camera detentiva".

La richiesta di provvedimenti urgenti

Secondo Pagani alla Spezia si rischia il default da un momento all'altro, se non si inverte la rotta. "Occorre un cambio di gestione immediato. Nessun provvedimento preso nei confronti del detenuto, che ha tenuto in scacco la Polizia Penitenziaria fino alle 3 di notte - ha aggiunto Pagani -. Occorre
adoperare misure stringenti per detenuti violenti, ma alla Spezia oltre a non essere puniti, non esiste neppure una cella per l'isolamento. In tale contesto, le carceri non rispondono minimante al mandato a esse assegnato dall’ordinamento e, anzi, con le risse, le violenze, gli stupri, i traffici illeciti e i suicidi, 60 fra i detenuti e tre tra gli operatori dall’inizio dell’anno, si pongono in serio dubbio persino i presupposti giuridici per il loro mantenimento".

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