
Impossibile per ora ipotizzare i loro nomi, ma fra i 57 imputati a processo per la tragedia del crollo del Morandi costata la vita a 43 persone alla sbarra potrebbero esserci anche alcuni, ma saranno pochi, indagati minori che saranno "assolti" dagli stessi magistrati titolari dell'accusa.
Richieste condanne inevitabili per vertici Aspi e Spea
I pubblici ministeri infatti dopo i due anni di dibattimento in aula, ascoltando le tesi delle difese, le memorie, le dichiarazioni spontanee degli imputati e i risultati delle tante perizie tecniche dopo avere consolidato il quadro di accusa che, a loro dire, non sembra lasciare speranza alla stragrande maggioranza degli imputati, dagli ex vertici di Autostrade per l'Italia come l'ex amministratore delegato Castellucci a chi rivestiva un ruolo apicale in Spea, dovrebbero chiedere anche alcune archiviazioni. Come è fisiologico in un processo complesso come il Morandi.
Oggi si torna in aula
L'indiscrezione trapela a sorpresa alla vigilia della ripresa del processo che ricomincerà dalle 10 di stamane sotto la tensostruttura del tribunale con le udienze della requistoria interrotte a luglio per la pausa estiva. I magistrati titolari dell'indagine Cotugno e Airoldi, anche con la "consulenza" esterna del collega Terrile, ora in pensione, continueranno ad analizzare le posizioni personali degli imputati. L'epilogo di questa fase entro metà ottobre, con la richiesta pena dei pm
Allo stato attuale non è facile prevedere quali potranno essere i pochi imputati per cui non sarà richiesta la condanna.
Indagati anche per fatti degli anni '90
Complicata di certo è la posizione degli imputati che negli anni '90 dopo avere ristrutturato le pile 10 e 11 non fecero lo stesso anche con la 9, poi causa del crollo. Chi decise questo avrebbe dovuto intuire che anche l'acciaio di quella pila poteva essere corroso. Tutti i responsabili delle manutenzioni a livello romano e del tronco di Genova che si sono succeduti negli anni sino al crollo possedevano, a dire dei pm, le informazioni per capire che il ponte poteva non essere sicuro. Non facile anche la difesa di chi per controllare il ponte si è fidato delle prove riflettometriche, invece rivelatesi inattendibili.
Più delicata la posizione di chi operava prima del crollo
Ma è evidente che fra gli imputati chi sta peggio è chi ha avuto responsabilità per più tempo negli anni prima del crollo del 2018 perché aveva un numero di informazioni più elevato, più allert sul degrado, sulle mancate manutenzioni.
Finita la requisitoria in aula parleranno gli avvocati delle parti civili, come Raffaele Caruso, legale dei familiari delle 43 vittime. Poi ci sarà una sospensione forse di 15/30 giorni.
Incognita sui tempi delle arringhe dei difensori
Quindi toccherà alla discussione degli avvocati degli imputati, una delle incognite più importanti per i tempi del processo. Se parleranno tutti gli avvocati, che sono oltre centoventi e tutti di grande caratura, la fase delle difese potrebbe durare mesi e fare arrivare il processo a gennaio 2026.
Solo dopo ci sarà spazio alle repliche di tutte le parti, un altro veloce giro di valzer.
La sentenza entro la prossima estate
A quel punto si andrò verso l'epilogo: l'ultima parola spetterà ai giudici Lepri, Polidori Baldini che potrebbero riunirsi in camera di consiglio ed emettere la sentenza o anche - come è probabile - prendersi un lasso di tempo di giorni o anche di un mese per mettere a fuoco tutto il materiale prima di rendere noto il verdetto di primo grado. Un ultimo atto che si spera possa concludersi entro la pausa estiva, prima dell'ottavo anniversario della tragedia.
IL COMMENTO
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