
- È stata firmata al ministero delle Imprese da tutte le amministrazioni nazionali e locali la bozza sull'intesa per la decarbonizzazione degli impianti dell'ex Ilva di Taranto. Ma c'è una novità che riguarda lo stabilimento di Genova (e gli altri del Nord Italia). Nell'accordo infatti si legge che c'è l'opzione per chi parteciperà al bando di gara per l'assegnazione degli impianti di presentare domanda sia per "l’intero complesso aziendale o rami d’azienda o l’intero compendio aziendale Nord o Sud". Situazione che apre le porte a un 'divorzio' dei poli del Nord Italia da quello di Taranto. Ma per affrontare la questione legata allo stabilimento di Cornigliano se ne riparlerà dopo un nuovo incontro la cui data è ancora da stabilire ma che sarà successiva al 15 settembre.
Genova non è citata nell'accordo sottoscritto (all'interno del quale si parla specificatamente solo dello stabilimento di Taranto). Nell'intesa si parla di tre forni da realizzare a Taranto per arrivare a una produzione di 6 milioni di tonnellate all'anno. Ma l'accordo sottoscritto tra le parti non indica i tempi per il passaggio dall'attuale produzione a quella con i forni elettrici. Inoltre non è stata presa la decisione sul luogo dove verrà localizzato il polo Dri per produrre il preridotto necessario ad alimentare i forni. Dunque nessun approfondimento o dettaglio legato all'ipotesi forno elettrico a Cornigliano.
Ipotesi forno elettrico a Cornigliano: il dibattito di Primocanale -leggi qui
Cosa succede adesso
Nella bozza firmata le parti si impegnano a convocare una nuova riunione del tavolo in data successiva al 15 settembre. Questo perché quello è il termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti. Data che permette alle parti inoltre di avere più di un mese "per esaminare le prime evidenze della Procedura e valutare la possibile localizzazione degli impianti di preridotto (Dri) utili per l’approvvigionamento dei forni elettrici presso lo stabilimento ex Ilva di Taranto, a partire dall’impianto già previsto con il FSC (ex Pnrr), qualora sia possibile assicurare il necessario approvvigionamento energetico". Questo vuol dire che fino al 15 settembre potrebbero arrivare offerte anche solo per i poli siderurgici dell'ex Ilva del Nord Italia (Cornigliano, Novi Ligure e Racconigi).
Il commento dei sindacati
“Il passaggio che si è svolto al Ministero era determinante per dare gambe e forza ad un progetto di decarbonizzazione che deve coinvolgere anche lo stabilimento di Genova - spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria -. Bisogna coniugare la tutela della forza occupazionale e nello stesso tempo potenziarla e contemporaneamente prestare la massima attenzione nei confronti di una siderurgia sempre più green. L’intesa siglata a Roma che ha coinvolto le istituzioni pugliesi permette di fare un altro passo in avanti verso l’obiettivo finale. Abbiamo sempre avuto una posizione chiara come Fim Cisl sul forno elettrico a Cornigliano, bisogna procedere in questa direzione avendo come linea guida la consapevolezza che quelle aree devono essere dedicate alla siderurgia. A settembre cercheremo di avere un quadro più dettagliato dal ministro Urso quando sarà a Genova dove ci aspettiamo chiarezza e garanzie sul rilancio del gruppo siderurgico più grande d'Europa”.
Chi ha partecipato all'incontro al ministero
Al ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma l'incontro ha visto la partecipazione del ministro delle Imprese Adolfo Urso, degli enti locali pugliesi e dei sindacati. Al centro della discussione il programma di decarbonizzazione degli impianti di quella che oggi si chiama Acciaierie d'Italia. Al vertice ha partecipato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, assente fisicamente (ma presente da remoto) invece il sindaco di Taranto Piero Bitetti che nelle scorse settimane aveva dato le dimissioni per le critiche ricevute dagli ambientalisti salvo poi fare un passo indietro e tornare alla guida del Comune. Collegati da remoto anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e i rappresentanti del ministero della Salute e del ministero dell'Interno oltre ai nuovi vertici di Dri Italia, la società di proprietà di Invitalia, nata per lo studio e la realizzazione di impianti di produzione di preridotto. Al tavolo hanno partecipato anche il presidente Cesare Pozzi e l’amministratore delegato Ferruccio Ferranti.
Il piano originale presentato il 14 luglio
Il piano presentato dal Governo il 14 luglio prevedeva la costruzione di tre forni elettrici presso il sito di Taranto, per una capacità produttiva complessiva di 6 milioni di tonnellate annue, a cui si aggiunge l'ipotesi di un forno elettrico da realizzare eventualmente presso lo stabilimento di Genova, con una capacità di circa 2 milioni di tonnellate annue. Sotto la Lanterna si è accesa la discussione sull'opportunità o meno di realizzare il forno elettrico. Il ministro Urso arriverà a Genova insieme ai tecnici per spiegare il progetto il prossimo 4 settembre.
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IL COMMENTO
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