
Un uso spregiudicato della violenza su persone che vivono ai margini della società. È quello che si legge nelle carte della procura sull'indagine che coinvolge quindici agenti della squadra del reparto Sicurezza urbana della polizia locale di Genova.
Scandalo polizia locale: 15 agenti accusati di pestaggi, furti di droga e soldi a tre arrestati, tra cui un minore
Come spiega l'Ansa, facevano un "uso spregiudicato della violenza, anche con lo sfollagente e ponevano in essere condotte minacciose e gravemente offensive di persone che vivono ai margini della società" è quanto scrive la pm Sabrina Monteverde nel decreto con cui ha delegato le perquisizioni agli investigatori della squadra mobile.
La chat "Quei bravi ragazzi" e il 'sussurro nell'orecchio'
Dalle 31 pagine di documento emergono sei episodi contestati, a vario titolo, ai 15 (difesi tra gli altri dagli avvocati Andrea e Maurizio Tonnarelli, Igor Dante, Federico Fontana) ma anche uno spaccato di violenza verbale riversata nella chat "Quei bravi ragazzi" e di pratiche come quella del "sussurro nell'orecchio", di insulti per provocare la persona fermata e per poterlo poi arrestare per resistenza a pubblico ufficiale.
Due vigilesse avevano descritto i pestaggi
A raccontare tutto in procura erano state due vigilesse. Avevano descritto i pestaggi avvenuti prima dentro la macchina di servizio e poi nei bagni degli uffici, ma anche i furti di soldi e piccole quantità di droga fatti durante le perquisizioni per poterli usare poi durante altri fermi. Il tutto fatto con le bodycam "accese solo dopo" i fatti. Tanto che sarebbero gli stessi indagati a dire a un certo punto in chat "il problema è che con questo giochino ne abbiamo commessi di reati". Intanto una decina dei quindici agenti indagati ha fatto ricorso al Riesame per chiedere il dissequestro dei telefoni.
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