
Non si chiudono ancora le indagini per il 'delitto del trapano'. La pm Patrizia Petruzziello ha chiesto un nuovo incidente probatorio per fare rianalizzare il trapano e il cavo dell'arnese usato per uccidere Luigia Borrelli, l'infermiera e prostituta massacrata nel 1995 nel basso di vico Indoratori.
Fortunato Verduci indagato: dna compatibile ma niente arresto
Per quell'omicidio è indagato Fortunato Verduci, carrozziere di 65 anni, il cui dna è compatibile con quello trovato sulla scena del crimine. Verduci, difeso dagli avvocati Andrea Volpe ed Emanuele Canepa, è un uomo libero visto che il gip, il Riesame e anche la Cassazione hanno respinto la richiesta della procura di arrestarlo.
Il dna inchioda Verduci: indagini partite da un parente
Il carrozziere era stato individuato grazie al dna estratto da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine. Il profilo era risultato compatibile con quello di un lontano parente, che si trova recluso nel carcere di Brescia. E da lì, comparando vari elementi, gli inquirenti hanno trovato il codice genetico di quello che per l'accusa è l'assassino. La procura aveva chiesto l'arresto ma sia il gip che il Riesame lo avevano negato pur confermando il quadro "granitico" degli indizi.
Verduci e il movente: rapina e un altro cold case sotto indagine
Secondo l'accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia (i cui familiari sono assistiti dall'avvocata Rachele De Stefanis) per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente. Nelle scorse settimane, la pm ha ripreso in mano il fascicolo di un altro delitto, quello della merciaia Anna Rossi Lamberti, uccisa l'8 aprile 1998 nel quartiere Marassi a Genova. E ha deciso di comparare il Dna del carrozziere con le tracce biologiche raccolte anche su quella scena del crimine.
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IL COMMENTO
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